Ricordo del grande scrittore siciliano. Una proposta.
CALTANISSETTA – Il 21 gennaio di dieci anni fa moriva Vincenzo Consolo. Uno dei grandi scrittori e intellettuali che la Sicilia ha generosamente espresso nel corso del Novecento.
«Più nessuno mi porterà nel Sud, lamentava Quasimodo. Invece – se m’è concesso il confronto – io nel Sud ritorno sovente». Così Vincenzo Consolo spiegava il suo ininterrotto rapporto con la terra e la cultura siciliane: “Da Milano, dove risiedo, con un volo di un’ora e mezza, atterro in Sicilia. Dalla costa d’oriente o d’occidente, ogni volta, come per ossessione, vizio, coazione a ripetere, celebrazione d’un rito, percorro l’isola da un capo all’altro, vado per città e paesi, sperduti villaggi, deserte campagne, per monti e per piane, per luoghi visti e rivisti non so quante volte”.
Tra le opere di Consolo ricordiamo: La Sicilia passeggiata, Retablo, Il sorriso dell’ignoto marinaio, Nottetempo, casa per casa, Lo spasimo di Palermo, L’olivo e l’olivastro, Alfabeto siciliano, Mediterraneo, Viaggiatori e migranti, Le pietre di Pantalica.
Nel settembre del 2008, in occasione della prima edizione di “Paesaggi Sensibili”, a cura di Italia Nostra, organizzammo un evento, una conferenza stampa sullo Stretto di Messina, contro l’ipotesi del “ponte”. E la organizzammo su una nave-traghetto, da una sponda all’altra dello Stretto. Alla manifestazione parteciparono anche il presidente nazionale di Italia Nostra Giovanni Losavio, il presidente di Italia Nostra Calabria Carlo De Giacomo, la presidente di Italia Nostra Messina Antonietta Mondello Signorino. Qualche mese prima, durante la preparazione di “Paesaggi Sensibili”, mi era venuto in mente Vincenzo Consolo: mi sarebbe piaciuto che il grande scrittore siciliano partecipasse alla conferenza stampa sullo Stretto. In quegli anni insegnavo al Liceo “A. Manzoni” di Mistretta. Parlai di Consolo con il bravo collega Franco Cuva, il quale mi fornì il numero di telefono dello scrittore. Lo chiamai subito, ed egli mi rispose dalla sua casa a Milano. Fu una bella conversazione. Dopo la mia presentazione, Consolo mi disse che anch’egli, in passato, aveva insegnato al Liceo “A. Manzoni” di Mistretta, del quale conservava vividi e gioiosi ricordi. Poi, ovviamente parlammo dello Stretto di Messina, del “ponte” e di tante altre questioni siciliane. Purtroppo, per impegni già assunti, Consolo mi comunicò che non avrebbe potuto partecipare alla manifestazione di Italia Nostra, condividendo comunque ideali e finalità dell’associazione. Ci salutammo molto cordialmente, con l’auspicio di incontrarci nella nostra amata Sicilia. Che altro dire? A dieci anni dalla scomparsa, ritengo che Caltanissetta, ma non solo, debba dedicare un luogo, uno spazio della città a Vincenzo Consolo. Lo scrittore che ha saputo raccontare il respiro dell’Isola.
Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra Sicilia