Continua a tremare la terra nei comuni alle falde dell’Etna: altre 80 scosse dopo quella più intensa di magnitudo 4.8 del 26 notte a due chilometri a nord da Viagrande, che ha svegliato e terrorizzato i cittadini in preda alla paura.
Tante le famiglie che sono subito scese per strada, anche a Catania e non solo nei grossi centri della sua piana. Ingenti i danni: crolli in abitazioni e chiese, sono 600 gli sfollati. Non tutti però si sono trasferiti negli hotel messi a disposizione dopo la convenzione tra Regione e Federalberghi. Problemi affettivi e dolore per il distacco dai propri luoghi e affetti quotidiani, ma anche di sicurezza per paura di eventuali atti di sciacallaggio ha portato in tanti a trascorrere la notte in auto, davanti la propria abitazione inagibile, sfidando il forte freddo.
Un esempio numerico è quello di un albergo etneo: la convenzione stipulata con la Regione Siciliana, che paga le stanze, prevedeva l’arrivo di un centinaio di sfollati, ma si sono presentati in poche decine. C’è stato anche chi ha sfidato la sorte e ha dormito lo stesso in casa. L’Etna è stato clemente: nonostante la terra continui a tremare, la notte sul fronte sismico è trascorsa tranquilla.
I DANNI. Sono quasi 2.000 le segnalazioni giunte agli uffici dei sette comuni pedemontani maggiormente interessati dal terremoto come ha reso noto il Dipartimento Regionale della Protezione, sottolinendo che Acireale con più di 1.000 segnalazioni e Zafferana Etnea con oltre 500 sono i comuni più colpiti, ma anche Aci Catena, Aci Bonaccorsi, Aci Sant’Antonio, Santa Venerina e Viagrande hanno registrato danni. “Al momento la priorità – fanno sapere dalla Protezione civile regionale – è quella di assicurare un ricovero per chi ha l’abitazione inagibile”. In tarda serata si è tenuta una riunione operativa con i sindaci dei comuni interessati presieduta dal presidente della Regione, Nello Musumeci, che ha sottolineato: “Non dobbiamo agire sull’onda emotiva. Faremmo un grave errore se così fosse. Mi sorprendo, comunque, quando qualcuno si sorprende delle attività sismiche. La Sicilia è la regione più esposta d’Italia e nel contempo quella meno attrezzata dal punto di vista infrastrutturale. L’80 per cento delle nostre scuole non è a norma, così come molti degli edifici strategici”.
Circa dieci famiglie, intanto, sono state fatte evacuare la notte scorsa dalle loro abitazioni ad Aci Platani, frazione di Acireale, per la presenza di una faglia sulla strada dove si trovano le loro case che nel corso della giornata si era allargata provocando una frattura nell’asfalto. L’evento è collegato con l’attività sismica ed eruttiva dell’Etna. Lo sgombero delle abitazioni è stato eseguito con la collaborazione di vigili del fuoco e di carabinieri della compagnia di Acireale.
LE ALTRE SCOSSE. Da quella scossa di ieri notte altre 80 sono state registrate dai sismografi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia nei comuni di Zafferana etnea, Milo, Aci Sant’Antonio, Ragalna, Bronte.
I tre eventi maggiori alle 4,40 a Zafferana Etnea, di magnitudo 2.0, e ipocentro a 2 km di profondità, e gli altri due su altro versante, a Ragalna, ieri alle 21,14, di magnitudo 2.3, e a seguire alle 2,18, di magnitudo 2.1. Quello delle 3,19 della notte del 26 dicembre è considerato dall’Ingv come uno dei terremoti più energetici mai registrati sul vulcano.
Per gli esperti il sisma è legato legato all’attivazione della faglia Fiandaca e della faglia di Pennisi, due delle strutture più meridionali del sistema tettonico delle Timpe.
L’ERUZIONE. Continua intanto l’eruzione sull’Etna con la presenza di attività stromboliana dai crateri sommitali e l’emissione di cenere lavica. Appaiono meno alimentate le colate laviche che restano confinate ad alta quota nelle desertica Valle del Bove, anche per il calo dei valori del tremore interno dei canali vulcanici che segnalano il movimento del magma in risalita.
Non si può però al momento escludere una possibile alimentazione, tuttora in corso, del ‘dicco’ che si è intruso. Sulla base della distribuzione della sismicità attuale, ritengono dall’Ingv, potrebbe interessare un settore diverso dall’attuale teatro eruttivo, con l’apertura di nuove fratture eruttive a quote più basse di 2.400 metri, in coincidenza della parete occidentale ed in quella meridionale della Valle del Bove. L’aeroporto è al momento aperto e operativo.
Ma ieri e nella notte, in Sicilia la terra ha tremato anche nel Messinese e nell’Ennese. In particolare un terremoto di magnitudo 3.5 è stato registrato nella zona delle isole Eolie alle 18:48 ad una latitudine di 38.64, una longitudine 14.87 e ad una profondità di 261 chilometri. Due scosse questa notte a Regalbuto la più forte di magnitudo 2.4 alle 1:56.
Solidarietà alle popolazioni del Catanese colpite dal terremoto e dall’eruzione dell’Etna è espressa in modo trasversale dal mondo politico. Il governatore Nello Musumeci anticipa che domani la sua giunta, da Catania, dichiarerà “lo stato di calamità, con la contestuale richiesta a Roma della dichiarazione di emergenza”. “Vicino alle popolazioni del catanese per il #terremoto” scrive il premier Conte su twitter.
Mentre Matteo Salvini invia, sempre via social, “un pensiero agli sfollati e onore ai pompieri!” e Luigi Di Maio invita a “pensare ai feriti e ai danni causati dal terremoto”. I due vicepremier oggi saranno in visita nel Catanese. (fonte gds.it)