Erranza e approdi, le “Poesie” di Giuseppe Giovanni Battaglia al Moncada

CALTANISSETTA – Continua la rassegna “Erranza e Approdi” a Palazzo Moncada. Il 3 luglio verrà presentata nella sala degli oratori, l’opera omnia delle poesie italiane di Giuseppe Giovanni Battaglia, poeta prematuramente scomparso nel 1995 a quarantaquattro anni. Dopo le prime prove, “La Terra Vascia” e “La piccola valle di Alì” si trasferisce a Roma e vi incontra Gaetano Giganti e Pio la Torre protagonisti dell’occupazione delle Terre in Sicilia. Frequenta circoli che gravitano nell’area politica della sinistra e pubblica “Campa padrone che l’erba cresce” (1977) con la presentazione di Tullio De Mauro. Nato come poeta dialettale, continua la sua attività poetica in lingua nazionale. La poesia di Battaglia, oltre ad essere denuncia civile è nello stesso tempo  la cassa di risonanza disperata e severa delle classi popolari e contadine della sua comunità. Il suo universo poetico nasce e gravita in un microcosmo, quello di Aliminusa, che dalla sua poesia riceve una sorta di certificato di esistenza.La presenza di questo testo all’interno della rassegna si coniuga con quanto espresso dallo stesso poeta «Ho tentato di far vivere anche nel mio verso la fine della cultura contadina». Tutta la sua poesia si coagula, infatti, all’insegna del “viaggio”, del cambiamento, dello strappo violento, dell’allontanamento e della fuga, dell’impeto eversivo e del ritorno alle radici. È stato incluso da Pier Paolo Pasolini nell’antologiaIl dialetto degli scrittori”. Il testo, edito da Lithos e curato da Vincenzo Ognibene, pittore della mostra che si trova esposta al piano superiore del Palazzo, sarà presentato dal prof. Antonio Vitellaro. Parteciperà Filippo Dolce, Sindaco di Aliminusa, dove ha sede il Parlo letterario dedicato al poeta. Il pomeriggio sarà intervallato da letture e canti ebraici a cura del gruppo Beny Efraim.

Percorro le strade e stanca percorro

luoghi lontani. Io un metodo cerco,

il nòcciolo amaro della pazienza,

seppure la pazienza abbia specificità.

Voi, che al sole guardate, dolci

e sapienti, cosa mi dite? Se

cammino, cos’è il mio cammino?

Mi avvicino o m’allontano?

(Interpretazione del “Quarto Stato” di Pelizza da Volpedo)

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.