Nell’ambito dell’intensificazione dei servizi straordinari di controllo del territorio disposti dal Prefetto di Caltanissetta Chiara Armenia, per prevenire e contrastare i fenomeni di criminalità diffusa, i Carabinieri del Reparto Territoriale di Gela hanno svolto un’operazione finalizzata al contrasto dei reati in materia di sostanze stupefacenti, armi e circolazione stradale.
Il servizio è stato effettuato con pattuglie in abiti borghesi, in colori d’istituto e con il supporto del Nucleo Cinofili di Palermo. Numerose le perquisizioni personali e domiciliari, durante le quali sono stati tratti in arresto in flagranza del reato di “detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente” due giovani di Gela, uno dei quali minorenne. In particolare i Carabinieri, durante una perquisizione operata presso il domicilio del ragazzo ventiduenne, pregiudicato, hanno rinvenuto, abilmente occultati all’interno dello stipite di una porta, 5 grammi di cocaina, 5 grammi di marijuana, 60 grammi di hashish. Inoltre sono stati sequestrati circa 6.000 euro nella disponibilità del ragazzo, ritenuti provento dell’attività di spaccio.
Il ragazzo di 16 anni, è stato tratto in arresto perché trovato in possesso di 50 grammi di hashish nel corso di una perquisizione.
Il Tribunale di Gela e il Tribunale per i minorenni di Caltanissetta, su richiesta delle rispettive Procure della Repubblica Ordinaria e dei Minorenni, hanno convalidato entrambi gli arresti e disposto, per il minorenne, la misura cautelare delle prescrizioni, per il maggiorenne, invece, la custodia cautelare in carcere.
Infine 8 persone sono state denunciate per vari reati, tra cui porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere e guida senza patente, guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti e altri 3 soggetti per ricettazione in concorso, perché trovati in possesso di 168 metri di cavo di rame di cui non hanno saputo spiegare la provenienza.
È obbligo rilevare che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, pur gravemente, e che la loro posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo l’emissione di una sentenza passata in giudicato in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza.