Aperti, ma vuoti: i ristoratori tornano in piazza per la 27esima iniziativa da inizio pandemia.

Pronti 10mila licenziamenti che una delegazione di Tni Italia porterà a Roma mercoledì prossimo, 12 gennaio.
Tornatore  (Tni Italia): “#apertimavuoti. Siamo in pratica in un nuovo lockdown: stato di emergenza prorogato al 31 marzo ma senza aiuti molte aziende saranno costrette a chiudere con un risvolto sociale non indifferente a causa dei licenziamenti che purtroppo cominceranno a fioccare”
CALTANISSETTA – Ristoranti, bar, alberghi vuoti e non mancano solo i non vaccinati ma incide molto il gran numero di famiglie a casa tra quarantene ed isolamenti.
 Il settore della ristorazione e della ricettività da oggi perderà, stima Tni Italia ulteriore fatturato quantificabile in ulteriore 20% che si aggiunge al 40% perso a dicembre durante le feste natalizie.
“Siamo aperti, ma vuoti. Siamo affrontando, di fatto, un nuovo lockdown e senza aiuti inizieranno a chiudere le aziende e fioccheranno i licenziamenti. Solo i nostri associati hanno dichiarato 10mila esuberi. Siamo al disastro economico. Per questo – annuncia Raffaele Madeo, presidente di Tni Italia – torneremo a Roma, per un presidio. Ora basta, si sta distruggendo l’economia. Il Governo deve intervenire con misure urgenti. Porteremo in piazza i 10mila licenziamenti. Per noi fare sindacato vuol dire anche fermare ogni deputato e senatore per spiegare loro i problemi delle nostre imprese. Ed è quello che faremo”. Le priorità per Tni Italia sono tre: cassa integrazione Covid, credito d’imposta per quegli imprenditori che hanno i locali in affitto e la moratoria sui finanziamenti.
Il presidio si svolgerà mercoledì 12 gennaio, a partire dalle 12, in piazza dei Santi Apostoli a Roma. Visto l’alto numero di contagi, anche altre città stanno organizzando inziative locali.
 “Facciamo appello a tutto il mondo della ristorazione, ma anche a tutti quegli imprenditori colpiti dalla crisi, perché si uniscano a noi in questa battaglia”, è l’appello di Madeo, che ricorda come le imprese stiano sostenendo dei costi sempre più alti, dovuti in particolare ai rincari energetici. Secondo lo studio della Cgia di Mestre, le aziende italiane pagheranno 36 miliardi di euro in più rispetto al 2019 solo per l’aumento delle tariffe elettriche. Nel giro di tre anni il costo dell’energia elettrica è raddoppiato. Tra le imprese più colpite la Cgia annovera alberghi, bar e ristoranti.

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