Costituito il Comitato delle Famiglie per il No al Referendum Costituzionale

CALTANISSETTA – Lunedì 3 ottobre, presso i locali dell’Istituto “Testasecca” di Caltanissetta è stato costituito ufficialmente il Comitato delle Famiglie per il No al Referendum Costituzionale. Hanno aderito il dott. Giovanni Agnello, la dott.sa Linda Arcarese, la sig.ra Rosa Angela Alba Cammarata, l’ing. Fabrizio Carà, l’ing. Matteo Caruso, il sig. Michele Cavallotto, il prof. Salvatore Gallo, il dott. Salvo Graci, il prof. Alberto Maira, la sig.ra Tiziana Morreale, l’avv. Giosina Naro, il sig. Roberto Pagano, il geom. Tonino Torregrossa, il prof. Lirio Torregrossa, il prof. Dario Tumminelli, il sig. Michele Tumminelli e il sig. Giuseppe Virone. Il comitato nasce dall’esperienza dei due Family Day a Roma del giugno 2015 e del gennaio 2016 a difesa della famiglia composta da uomo e donna. Ed è in primis la famiglia, nel suo ruolo di primo “corpo intermedio” tra la persona e lo Stato, ad essere presa di mira. Va detto senza mezzi termini che la libertà della famiglia e degli altri corpi intermedi è in grave pericolo di fronte alla svolta autoritaria e centralista prevista dalla riforma della Costituzione voluta dal governo di Renzi e sottoposta a referendum il prossimo 4 dicembre. Vogliamo ricordare che la Costituzione vigente prevede un bilanciamento dei poteri per impedire l’affermarsi di un esecutivo che possa mettere a rischio le libertà dei “corpi sociali”. È una Costituzione che si fonda sul pluralismo e che prevede e protegge i corpi intermedi, che scoraggia la concentrazione dei poteri in un solo partito e tanto meno in una sola persona; inoltre garantisce la centralità della famiglia, un certo equilibrio dei poteri e il rispetto delle libertà fondamentali. Al contrario, la Riforma Renzi-Boschi-Verdini è il progetto di un governo che vuole attribuire troppi poteri a un uomo solo al comando, in nome della governabilità, della semplificazione e della presunta riduzione dei costi della politica. Si tratta di una riforma contro le libertà anche perché grazie al nuovo sistema elettorale (l’Italicum) il partito che avrà vinto le elezioni – anche solo col 25% dei consensi elettorali – disporrà di una maggioranza schiacciante (il 55%), che gli permetterà di far passare senza alcuna opposizione qualsiasi legge, nominare 1/3 dei giudici della Corte Costituzionale, 1/3 dei membri del Consiglio Superiore della Magistratura, il presidente e l’amministratore della RAI, i vertici delle Forze Armate e delle Aziende controllate dallo Stato (Poste, Ferrovie etc…). Un anticipo di ciò che potrebbe avvenire se vincesse il sì al referendum lo abbiamo visto con la vicenda delle cosiddette “unioni civili”, imposta dal governo Renzi senza discussione parlamentare in nessuna delle due sedi del Parlamento, col voto di fiducia imposto per due volte dal governo. Ci chiediamo cosa accadrà sui “temi sensibili” inerenti il diritto alla vita o il diritto dei genitori di fare educare i propri figli nel rispetto dei valori religiosi e morali della propria famiglia. E l’introduzione della “ideologia gender” nelle scuole come e da chi potrà essere contrastato in una Camera di deputati al servizio del premier?

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