CALTANISSETTA – La Politica moderna, improntata solamente al marketing del consenso e alla speculazione elettorale, è una politica che non sa né vuole andare in profondità affrontando le problematiche particolarmente complesse e di difficile soluzione.
Tra queste vi è quella relativa all’occupazione abusiva degli alloggi popolari che in Sicilia interessa migliaia di famiglie ed a Caltanissetta circa un centinaio, quasi tutte concentrate nel villaggio Santa Barbara.
La questione è oramai atavica, considerato che in alcuni casi trattasi di alloggi occupati da quindici o vent’anni, con occupanti quasi sempre sotto la soglia economica del minimo vitale, che hanno messo al mondo figli, molti dei quali ancora minori.
Negli ultimi anni l’Istituto Case Popolari di Caltanissetta (IACP) ha messo in moto la macchina degli sgomberi coatti che ad oggi non hanno potuto sortire effetti poiché le situazioni che l’ufficiale giudiziario trova sono drammatiche e disastrose, per non dire penose.
Nonostante lo stato di impasse che tuttavia non potrà durare a lungo, considerato che gli accessi dell’ufficiale giudiziario sono arrivati al secondo o al terzo rinvio, la Politica non è esonerata dall’affrontare il problema.
La soluzione, tuttavia, non può essere quella di buttare fuori gli occupanti in maniera indiscriminata, poiché in quasi tutti i casi si lascerebbero per la strada uomini e donne senza un posto dove andare e senza un reddito che permetta loro di prendere in locazione un altro immobile. Per di più, spesso, sarebbero coinvolti anche bambini ai quali non si possono far pagare gli errori dei genitori che diversi anni fa hanno, per bisogno, occupato una casa di cui erano privi.
E poi, bisogna ammetterlo, vi è stata spesso la connivenza delle Istituzioni e della Politica che non si è prodigata per tempo nel ristabilire lo status quo ante, contribuendo a far perpetrare uno stato di illegalità diffusa.
Basti pensare che oggi gli Istituti Case Popolari di Sicilia fanno regolarmente pagare un canone di affitto agli occupanti abusivi. Delle due l’una: o si riconosce lo stato abusivo liberando tempestivamente gli immobili da poco occupati, oppure si fa pagare un canone riconoscendo implicitamente un diritto di occupazione di un immobile.
Contemporaneamente, onestà intellettuale impone che non si può disconoscere il diritto di chi è in lista d’attesa per un alloggio popolare, anche tale aspetto della vicenda va debitamente considerato.
E allora la Politica regionale si assuma quelle responsabilità che ad oggi ha dribblato, voltandosi dall’altra parte e facendo finta di niente quando si è parlato del problema delle occupazioni abusive.
Serve, infatti, con estrema urgenza un intervento del legislatore regionale che metta una volta per tutte la parola fine a questa vicenda tragica e paradossale, ad esempio regolarizzando con contratti di locazione coloro che occupano abusivamente un alloggio ma che, a causa della situazione familiare e patrimoniale conclamata, comunque ne avrebbero diritto, liberando al contrario quegli alloggi occupati da finti poveri, magari in possesso di seconde case.
Qualunque sia la soluzione, non si può – di certo – far finta di niente; vi è, prima che un dovere politico, un obbligo morale.
Facciamo un appello all’assessore comunale ad i Servizi sociali di cui apprezziamo la sensibilità e la professionalità: che si faccia subito promotore di un incontro alla presenza, oltre che del Comune di Caltanissetta, della Prefettura, dello IACP e degli assessorati regionali ai lavori pubblici e alla famiglia.
Lo scopo, pensiamo, debba essere quello di sollecitare l’Assessore regionale alla Famiglia – fortuna vuole che sia proprio nisseno – a predisporre subito un disegno di legge da calendarizzare prima possibile all’Assemblea Regionale Siciliana.
Per l’elaborazione del disegno di legge sopracitato di cui non si nega la complessità, si potrebbero coinvolgere le riconosciute professionalità interne allo IACP nisseno, profonde conoscitrici della problematica in esame.
Se ciò irresponsabilmente non verrà fatto, i tumulti sino ad oggi sedati, anche con il contributo di modesti consiglieri comunali, diverranno inevitabili ed al solito a farne le spese saranno alla fine i negletti della società, che comunque – lo ricordo alla classe politica- sono cittadini come tutti gli altri.