Confcommercio: “Dare una seconda opportunità a chi ha sbagliato

Terziario Donna Confcommercio ha rilanciato la propria proposta di legge per introdurre la possibilità per il datore di lavoro di dedurre dal reddito le spese sostenute per la retribuzione dei collaboratori familiari, comprese baby sitter e badanti. Lo ha fatto nei giorni scorsi alla terza edizione del Forum “Donne motore della ripresa”, svoltosi a Roma. Il Forum ha visto la presenza dei rappresentanti delle istituzioni, della politica, delle imprese e del mondo accademico sulle azioni concrete da intraprendere perché sia sfruttato il potenziale delle donne per il raggiungimento degli obiettivi sociali e di crescita economica dell’Italia. Ai lavori ha partecipato anche Loredana Dell’Aira, presidente di Terziario Donna Confcommercio Caltanissetta che, commentando i dati che riportano come nei settori rappresentati dall’associazione un’impresa su tre è donna e le imprenditrici e le libere professioniste stanno rispondendo meglio alla crisi, ha detto:  “Il lavoro all’interno della famiglia e per le cure domestiche funziona da ‘calmiere dei costi’ del servizio pubblico. C’è un atteggiamento parassitario dello Stato che realizza enormi risparmi, ad esempio evitando la istituzionalizzazione degli anziani, ma è il momento di aprire la discussione e la riflessione su questo aspetto della nostra organizzazione sociale ed è anche il momento di operare in concreto. Questa situazione determina di fatto condizioni di svantaggio, e dunque di discriminazione, che si riflettono sulla libera entrata delle donne nel mondo del lavoro cosiddetto produttivo, in quanto lavoro retribuito. Questo condiziona il libero svolgersi delle prestazioni di lavoro e ostacola le opportunità di avanzamento”.
Ulteriore aspetto non trascurabile è che, secondo le promotrici della proposta di legge, l’agevolazione fiscale avrà l’effetto di fare aumentare il numero dei contratti regolarmente denunciati con l’emersione di centinaia di migliaia di rapporti di lavoro che attualmente si svolgono in nero. “I dati di numerose ricerche ci dicono che il settore del lavoro domestico in Italia è l’unico che non conosce la crisi e che è in continua espansione – rileva Terziario Donna -. Ma ci dicono anche che il lavoro domestico illegale è più esteso di quello regolare. Almeno il 40% dei rapporti di lavoro che si stimano in vigore risulterebbe totalmente o parzialmente irregolare”.

 

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