L’intero sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia è «inquinato». In questo modo la commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti (Ecomafie) “bollina” la relazione sulla Regione, facendo presente come la colpa sia di «scelte scellerate, soprattutto dal 2002 in poi», insieme alle infiltrazioni mafiose, alla corruzione e alla continua ricerca delle discariche per tamponare una situazione su cui pesa un ventennio di gravi criticità».
Eppure, il governatore siciliano Rosario Crocetta aveva messo in chiaro i contenuti del lavoro che si sta portando avanti: «’Nessuno soffi sull’emergenza, che si sta risolvendo. Stiamo provvedendo ad autorizzare altri impianti, come quello di Siculiana; si sta chiedendo alla Rap di fare di più facendo straordinari e lavorando anche la domenica, per normalizzare la situazione dei Comuni del palermitano che normalmente conferiscono a Bellolampo. Siamo intervenuti su alcuni Comuni che avevano degli arretrati». Una situazione in ogni caso difficile che spinge Crocetta ad invitare i sindaci a contattare direttamente lui «per risolvere ogni problematica».
Ma le 400 pagine della relazione della commissione Ecomafie – costruite dopo un’attività d’indagine parlamentare durata circa un anno, tre missioni, decine di audizioni ed «un’importante acquisizione di documenti per disegnare lo stato dell’arte del ciclo dei rifiuti in una delle regioni italiane più critiche» – hanno un suono “pesante”: «Prima ancora che l’ambiente ad essere inquinato è l’intero sistema di gestione dei rifiuti nella Regione». Il documento racconta del «continuo stato di emergenza» dovuto a situazioni «storiche ma ancora attualì» come il «perdurare della capacità d’infiltrazione nel sistema da parte di Cosa nostra, una diffusa e penetrante corruzione negli apparati amministrativi e il ricorso massiccio al sistema delle discariche».
La relazione ricostruisce anche la «presenza di un sistema di illegalità diffuso e radicato che costituisce uno dei veri ostacoli ad un’autentica risoluzione delle problematiche esistenti ormai da decenni». Una situazione che potrebbe interessare anche la commissione Antimafia, tanto che la presidente Rosy Bindi ha parlato della possibilità di aprire un fascicolo ad hoc. E che per esempio fa parlare di ”collasso” al sottosegretario alle Infrastrutture Simona Vicari, per la quale però «portare i rifiuti all’estero può rappresentare una via di emergenza ma non la soluzione: sarà necessario intervenire perché il dramma rischia di diventare irreversibile».
La «spazzaturà siciliana, così come descritta dalla commissione Ecomafie, è per il Movimento 5 stelle uno ”shock», un «fallimento per Crocetta» e per la quale dovrebbero andare «tutti a casa».