Ci rivolgiamo ai rappresentanti del popolo italiano democraticamente eletti o nominati per rappresentare tutti i cittadini della Repubblica e ne chiediamo l’autorevole intervento. Come è noto a tutti il territorio della Sicilia centrale e delle province di Caltanissetta ed Enna in particolare non riesce a scostarsi dai tristi primati degli ultimi posti della classifica nazionale per reddito pro capite, produttività, qualità della vita e sviluppo economico e mai come in questo momento appare necessario ed urgente valorizzare le inespresse grandi potenzialità del territorio per creare in modo concreto ed efficace delle reali opportunità di sviluppo sociale, economico, turistico e culturale. Questo Comitato, nato per la tutela e la valorizzazione dell’area della storica e prestigiosa Antenna Rai della collina di Sant’Anna a Caltanissetta, raccoglie numerose associazioni ambientaliste, di impegno civile, di cittadinanza attiva, istituzioni scolastiche e privati 3 cittadini, tutti animati dal desiderio di creare a poche centinaia di metri dal centro storico del capoluogo nisseno un meraviglioso parco urbano attrezzato ed un prestigioso museo della radio e delle telecomunicazioni, ed in tale direzione si è mosso soprattutto negli ultimi dieci anni ottenendo consensi e condivisioni sempre più significativi ed importanti, non solo nella cittadinanza nissena e nella società civile ma anche nelle istituzioni preposte al governo del territorio ed alla salvaguardia dei beni culturali ed ambientali. Sia la Soprintendenza, sia l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Ambientali, sia il Comune di Caltanissetta, si sono espressi formalmente con importanti provvedimenti amministrativi che ne hanno presidiato ed ufficializzato la destinazione dell’intera area a parco urbano attrezzato ed a bene culturale vincolato, per le sue altissime valenze storiche, di archeologia industriale, paesaggistiche, architettoniche, naturalistiche e tecnologiche. Con il D.D.G. n. 1026 del 13 marzo 2017 la Regione Siciliana, infatti, in considerazione che l’Antenna RAI di Caltanissetta “ … riveste interesse storico, etnoantropologico e tecnico-scientifico particolarmente importante ai sensi dell’art. 10 comma 3 lettera d) del D.Lgs. 42 del 22/01/2004 e ss. mm. ii., in quanto rappresenta uno straordinario esempio del progresso delle radiocomunicazioni con valore di archeologia industriale ed in particolare l’antenna RAI, oltre a detenere il primato della torre strallata più alta d’Italia, è il segno distintivo che caratterizza lo skyline della città di Caltanissetta tale da costituire un’espressione di identità storica e culturale della stessa” ne ha, come detto, decretato la dichiarazione di interesse culturale particolarmente importante ai sensi dell’art.10 comma 3 lettera d) del D.Lgs. n. 42 del 22.01.2004, sottoponendo l’antenna e il sito circostante a tutte le prescrizioni di tutela contenute nello stesso decreto legislativo. Ma in tale contesto – forse anche per alcuni ritardi nelle procedure di acquisto dell’intera area ed i suoi manufatti da parte del comune o da parte dello stato – si inserisce una assordante nota stonata, che è quella dell’orientamento pervicacemente assunto da Rai Way – soggetto proprietario – nella direzione della demolizione di ciò che sino a qualche mese prima era il suo principale vanto, la superba torre strallata che è stata la più alta antenna d’Europa fino al 1965 e che permane a tutt’oggi la più alta d’Italia. E il grande assente è proprio “Mamma Rai”, colei che ha accompagnato le nostre vite fin da quando eravamo bambini anche grazie a questa meravigliosa antenna e che adesso, tacendo, consente alla sua controllata Rai Way di accelerare inopinati tentativi di cancellarla per sempre dalla storia italiana ed europea e dallo sky line dell’entroterra siciliano, strappandola dal cuore dei nisseni. Adesso il Comitato si rivolge a chi rappresenta i cittadini affinché possa essere compiuto un deciso e risolutivo intervento degli alti rappresentanti della politica che hanno a cuore il nostro territorio, a cui chiediamo di elaborare insieme a noi un progetto politico compiuto e lungimirante, che sappia finalmente, non solo salvare l’intera area dell’antenna e la sua eminente torre, ma soprattutto valorizzarla per farne un polo di 4 attrattività culturale, turistica ed economica ed uno strumento di rilancio dello sviluppo economico e sociale dell’area interna della Sicilia. Per poter giungere a tali importanti risultati, nell’immediato chiediamo alle SS.LL. il massimo impegno e la massima vigilanza affinché non si verifichino le irreparabili e sciagurate ipotesi della demolizione totale o parziale dell’antenna RAI di Caltanissetta o dell’abolizione dei vincoli sulla stessa e sull’area circostante, assumendo i comportamenti ritenuti più idonei ed utili a seconda delle competenze e delle responsabilità di ciascuno, con la sollecitudine e la premura che il caso richiede. Pertanto, fiduciosi nell’alto senso di responsabilità incarnato dalle SS.LL. e già in alcune occasioni ampiamente dimostrato proprio nei confronti del bene culturale di cui ci stiamo occupando, sottoponiamo alla Vostra attenzione alcune considerazioni ed alcune riflessioni che riteniamo urgenti ed importanti. Alleghiamo anche una sintesi della visione progettuale messa a punto da questo Comitato nei mesi scorsi, sulla base di un progetto presentato dal Comitato all’attenzione del Comune di Caltanissetta circa due anni fa, ed una scheda descrittiva di sintesi dell’Antenna Rai di Caltanissetta. Proponiamo inoltre, in calce alla presente, un contributo di approfondimento e riflessione sulla attuale situazione di tale importante bene culturale. Disponibili a ogni ulteriore collaborazione o chiarimento, rimaniamo in attesa di conoscere gli orientamenti, le azioni e le determinazioni che le SS.LL. riterranno di comunicare a questo Comitato.
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO
La torre strallata Onde Medie della stazione RAI di Caltanissetta e le ipotesi di valorizzazione e fruizione collettiva del bene culturale Il Comitato per l’Antenna R.A.I. di Caltanissetta, costituitosi ad hoc dodici anni addietro, riunendo le maggiori associazioni protezionistiche e culturali (Italia Nostra, Lipu, Legambiente, WWF, Radio Amatori, Pro Loco Caltanissetta, ecc.) con liberi cittadini ed Enti no profit, denuncia che – dopo più di quindici anni di impegno sociale per la salvaguardia e la valorizzazione della Stazione R.A.I. di Caltanissetta – Rai Way, proprietaria della storica Antenna (e delle strutture di pertinenza e di tutta la vasta area naturale limitrofa di 13 ettari), ha asserito la volontà di smontare definitivamente o parzialmente la struttura. Realizzata tra il 1949 e il 1950 per la radiodiffusione in onde lunghe, medie e corte per rendere fruibile la ricezione del segnale RAI nei paesi del Mediterraneo e del Nord Africa, venendo utilizzata anche per le trasmissioni di un notiziario in lingua araba trasmesso in onde medie (Caltanissetta 1 – 567 kHz), ha detenuto fino a metà degli anni ’60 dello scorso secolo il primato di struttura per radiotrasmissioni più alta d’Europa. Per più di mezzo secolo l’antenna ha costituito la voce dell’Italia nel Mediterraneo, trasmettendone i programmi in lingua italiana in quattro continenti. Il sito, antenna, parco e fabbricati annessi comprensivi delle storiche attrezzature della stazione radio, è stato dichiarato dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e Ambientali – bene di interesse culturale. Per il nostro Comitato, l’antenna deve restare al suo posto a marcare il territorio del centro di Sicilia, trasformando le sue pertinenze in un parco urbano polivalente con connotazioni di archeologia industriale con un museo nazionale della radio e delle telecomunicazioni. In verità tutte le amministrazioni comunali succedutesi dal 2005 in poi, compresa quella attuale, hanno manifestato l’intenzione di acquistare l’area per farne un parco-museo a beneficio anche delle cittadinanze dei comuni limitrofi (San Cataldo, Santa Caterina), comprendendo gli abitanti della città di Enna e delle cittadine di Pietraperzia e Barrafranca. Determinante è stata l’azione del Comitato, che ha sempre tenuta alta la tensione dell’opinione pubblica e delle diverse amministrazioni comunali al fine di assicurarne la pubblica fruizione, la tutele e la valorizzazione ed in direzione dell’acquisto dell’area ma, per la sua salvaguardia, è stata fondamentale 6 l’apposizione di un “vincolo diretto” da parte della Regione Siciliana e della Soprintendenza nissena, che ha creato i presupposti per una definitiva e sicura fruizione pubblica di questa prestigiosa struttura. Oggi i problemi maggiori per la persistenza dell’Antenna, tra le più alte d’Europa con i suoi 284 metri d’altezza, sono le spese di acquisto, di manutenzione ordinaria e straordinaria e di gestione operativa. Per l’acquisto di tutto il complesso sembra improbabile che la stessa R.A.I. lo trasformi in un simbolo dell’E.i.a.r., cioè un emblema rappresentativo dell’azienda nel mondo, dal momento che l’Azienda proprietaria ha ribadito che è un bene improduttivo che va eliminato; si potrebbe in alternativa, però, richiedere un investimento al Governo centrale, attraverso fondi del Ministero dei Beni Culturali e del dicastero delle Telecomunicazioni. Ma bisogna insistere affinché la RAI sia coinvolta nel processo di recupero e valorizzazione, ricavandone grandi ritorni positivi in termini di immagine, e facendo sì che la “Sua” più prestigiosa antenna risorga a nuova vita come faro di risorsa culturale, museale, economica, turistica, scientifica e naturalistica. Noi, insieme a tanti cittadini, siamo convinti che potrebbe rappresentare un notevole fattore di rinascita delle nostre città, dimenticate da decenni da amministratori, nazionali, regionali e locali. Un potente attrattore turistico ed economico. Proprio le nostre emergenze potrebbero diventare volano di sviluppo. Ai fini della salvaguardia e della valorizzazione anche turistica del sito è da non sottovalutare anche la straordinaria veduta sul panorama circostante, sulle campagne, sulle colline e sulle cittadine centro-siciliane, godibile dal promontorio di Sant’Anna (698 s.l.m.). Esso spazia dalle coste del litorale africano alle aguzze vette delle Madonie, alla grande mole dell’Etna. In quest’ottica, si pensa alla creazione di un parco urbano, per cui è necessaria la valorizzazione dell’area anche dal punto di vista naturalistico, architettonico e archeologico. Sin da uno studio degli anni Quaranta emerge la presenza di una flora endemica e rara, tra il mandorleto e l’uliveto che contornano la collina, mentre evidenti similitudini con le altre alture limitrofe, come quelle di San Giuliano, di Sabucina e di Capodarso, possono farci ipotizzare l’esistenza di antichi centri indigeni proprio in questo sito. L’edificio centrale ai piedi dell’Antenna, il cui presumibile progettista fu l’ingegnere Fiorentini, direttore dell’ufficio tecnico della RAI nazionale nel 1949, in collaborazione con i tecnici dell’Istituzione, è connotato dagli elementi tipici del razionalismo architettonico italiano. Tali elementi sono ravvisabili sia nella demarcazione dell’ingresso principale, in lastre di pietra bugnata contenente l’atrio e la scalinata d’entrata avamposta rispetto le due piccole ali per lato simmetriche, sia la stessa volumetria che demarca la destinazione d’uso dei locali interni con l’incastro di volumi a diversa altezza. Sembra quasi che i progettisti abbiano voluto “cucire” l’edificio intorno agli impianti tecnici. Tra i vari saloni interni, ancora arredati con 7 mobili di serie dei primi anni Cinquanta, emerge la grande e centrale sala di regia, caratterizzata dalle vetrate sugli impianti e dalle aperture a nastro poste in alto. Nell’edificio della Stazione Rai nissena, all’interno della sala apparati, erano in funzione, fino gli anni Novanta, tutti i trasmettitori a valvole a onde medie (O.M.) alla frequenza di 567 kHz, e in contemporanea a onde lunghe (O.L.) su kHz 189 e alcuni impianti elettromagnetici di grande interesse scientifico, tra i quali l’imponente trasmettitore (di onde medie) della ditta Guglielmo Marconi, che fu, dopo gli eventi bellici, smontato da una nave e riutilizzato a Caltanissetta, con il terminale costituito da due tubi da 20kW raffreddati ad acqua. Inoltre, l’Antenna, ridefinita come “Torre luminosa”, avvalendosi della sofisticata tecnologia presente sul mercato illuminotecnico, consentirebbe di attrarre eventi culturali di ogni genere e, con la sua particolarissima altezza, anche l’appetito pubblicitario di varie aziende di respiro internazionale. La creazione, infine, di un museo nazionale delle telecomunicazioni potrebbe interessare, nella sua unicità nazionale se non europea, una moltitudine di turisti desiderosi di visitare e conoscere anche le emergenze culturali di queste zone, di respirare l’aria pura del centro Sicilia e di gustare le collinari specialità gastronomiche dei monti Erei. *