Il Covid-19 è tornato a colpire ed a fare male. La crescita della curva dei contagi, il sovraccarico delle terapie intensive e lo stress del sistema sanitario hanno costretto il Governo ad adottare misure difficili, ma purtroppo necessarie.
Certo, non tutto in questi mesi è andato per il verso giusto: dal sistema di tracciamento, alla programmazione delle attività scolastiche, alla regolamentazione dei trasporti pubblici. Sarebbe stato giusto agire con più decisione e con più tempestività, ma questa critica suona davvero stonata in bocca a quella destra che ha sproloquiato per mesi di “dittatura sanitaria” e di virus “clinicamente morto”.
Oggi la situazione va fronteggiata con saggezza e senso delle istituzioni, parole che il Presidente Musumeci sembra non conoscere affatto. Se la Sicilia si colloca tra le regioni a maggior rischio, infatti, è per l’inadeguatezza del suo Governo e non certo per scelte arbitrarie del Comitato Scientifico sanitario.
Se la Regione avesse agito per tempo, attrezzando le strutture ospedaliere con risorse e personale, oggi il nostro sistema sanitario non sarebbe sottoposto ad una pressione tanto preoccupante ed i cittadini non sarebbero costretti a pagare un prezzo così alto.
Ora, però, occorre agire per fronteggiare al meglio questa situazione e per evitare che produca contraccolpi economici e sociali troppo gravi.
Il Governo ha adottato misure importanti, stanziando risorse che dovranno sostenere commercianti, ristoratori, operatori dello sport e della cultura. Si tratta di oltre 6 miliardi di euro, cui si aggiungeranno ulteriori due miliardi da destinare anche agli artigiani e alle altre partite iva.
A fronte di questo impegno economico, serviranno chiarezza e celerità nelle procedure amministrative. Perché solo uno Stato capace di affrontare realmente i problemi delle persone può ricostruire quel clima di fiducia e di unità di cui oggi c’è un estremo bisogno.
A Caltanissetta l’amministrazione comunale ha fatto una scelta importante, mettendo a disposizione 190 mila euro per le categorie maggiormente colpite dall’emergenza. Si tratta di una decisione condivisibile, che salutiamo positivamente. In una situazione così difficile ogni amministrazione deve fare la sua parte per difendere la straordinaria rete di commercianti, artigiani e piccoli imprenditori che anima la vita della nostra città.
Un negozio, un ristorante o una bottega artigianale con la saracinesca aperta – del resto – non sono solamente un’occasione di reddito per chi lavora in quelle attività, sono un potenziale fattore di sviluppo complessivo, un possibile sbocco per l’imprenditoria locale, un insostituibile generatore di valore sociale e vivibilità.
Anche per questo riteniamo vada fatto il possibile per difendere e sostenere chi produce ricchezza e lavoro nella nostra città, impiegando per questo scopo ogni euro disponibile.
All’amministrazione chiediamo di fare presto e di individuare criteri trasparenti per l’erogazione di queste risorse. Allo stesso tempo, pensiamo che il sostegno economico vada accompagnato da una strategia di rilancio che coinvolga il mondo del commercio e dell’artigianato della nostra città. Ne abbiamo parlato in più occasioni, formalizzando delle proposte di breve, medio e lungo periodo, che sono già state presentate all’amministrazione comunale.
Ora è arrivato il momento di ribadirle e puntualizzarle, chiedendo ancora una volta risposte concrete:
- impiegare la leva fiscale e dei tributi come strumento per aiutare le attività commerciali ed artigianali del centro storico;
- promuovere la costruzione di isole commerciali di quartiere, che possano agire in rete condividendo strategie di marketing, servizi, attività di formazione, partecipazione a bandi e a finanziamenti;
- sostenere la digitalizzazione delle attività commerciali ed artigianali con attività di formazione e con la predisposizione di apposite strutture, sul modello di quanto già fatto a Bologna con il progetto “Negozio 4.0”;
- predisporre una campagna di sensibilizzazione all’acquisto dei prodotti locali;
- realizzare un palinsesto di attività culturali da tenere in rete, che sia finalizzato alla scoperta e promozione delle identità dei quartieri e delle realtà commerciali che li animano;
- individuazione di spazi comunali da destinare a percorsi di cross innovation, di formazione, di co-working, realizzando un “Piano Maestranze 4.0”;
Insomma, chiediamo che le misure di contrasto all’emergenza siano accompagnate dalla costruzione di una nuova prospettiva. Perché la nostra città non può limitarsi a sopravvivere, ha bisogno di speranza e di fiducia nel futuro, perché quelle arrivino – però – serve un progetto. Alla politica spetta il compito di metterlo in campo.
Intanto mercoledì 4 novembre 2020, in modalità streaming, si è svolta la riunione del direttivo del Circolo PD “Libertà”, l’analisi politica che è venuta alla luce non poteva non porre l’attenzione alla grave crisi che la pandemia ci ha portato e che ha mostrato tutti i limiti del governo regionale e della sanità in particolare, sarebbe stato necessario adeguare per tempo la rete dei posti letto, delle strutture sanitarie e incrementare il personale necessario ad affrontare l’emergenza coronavirus. Ci chiediamo dove sono finiti i 120 milioni di euro, derivanti dal programma europeo 2007-2013? Dov’è il Piano che prevede 34 interventi su tutto il territorio per gli investimenti infrastrutturali per la sanità siciliana? Aspettiamo la rifunzionalizzazione del Cefpas di Caltanissetta (28 milioni di euro), la manutenzione straordinaria e l’adeguamento dell’ex Cres di
Monreale (5 milioni di euro), che diventerà la sede di Palermo del Cefpas. Aspettiamo ancora che gli investimenti, previsti dall’art. 20 della l. 67/88 e quelli previsti con il Psn 2018-2019, siano spesi. Riteniamo che ciò che manca è proprio la “capacità di spesa” della Regione Siciliana, che ci porta ad essere zona arancione, nonostante il numero “limitato” di positivi, infatti gli indicatori per stabilire il colore delle zone sono in tutto 21, dall’occupazione dei posti letto in terapia intensiva alla capacità di fare il tracciamento, dalla diffusione del virus alla rapidità nel fare i tamponi, indicatori che mostrano tutti la fragilità del sistema sanitario, abbiamo una sanità inefficiente e ne paghiamo le conseguenze da sempre. Negli ultimi comunicati e finanche nella nell’assemblea consiliare dei primi di ottobre i vertici dell’ASP di Caltanissetta ci hanno
rassicurato dicendo che tutto andava bene, unica voce dissonante la nostra Consigliere Comunale, nonché componente del direttivo del Circolo PD “Libertà” Annalisa Petitto, che ha denunciato in aula e sui mezzi d’informazione le inefficienze dell’Asp nissena, oggi vediamo i risultati che sono sotto gli occhi di tutti e che hanno riflessi pesanti sull’economia territoriale.
Si annuncia che a breve si terranno sulla pagina facebook provinciale incontri che verteranno sui temi della scuola, della sanità e delle strutture sanitarie, dell’ambiente riguardo soprattutto al piano dell’amianto che il buon governatore regionale ha pensato bene di volere stoccare nelle nostre miniere e delle misure di sostegno al mondo del commercio, della ristorazione, della cultura e dello sport. Al fine di rendere più efficiente l’azione propulsiva del Circolo PD “Libertà” il direttivo ha deliberato
di attribuire le seguenti responsabilità esecutive ai seguenti componenti:
Comunicazione e politiche sociali – Calogero Jonathan Amato;
Turismo, salute e benessere – Stefania Armone;
Ambiente – Marco Cocciadiferro;
Politiche giovanili – Eugenia Campo;
Politiche del lavoro e attività produttive – Giacomo Casalicchio;
Lavori pubblici e urbanistica – Giancarlo La Rocca;
Rapporti con le istituzioni e pari opportunità – Leyla Montagnino;
Sport ed eventi – Donato Parla;
Giustizia – Antonio Sapienza;
Politiche economiche – Sergio Spilla.