CGIL UIL, ancora un’altra proroga di 14 giorni e un mancato avvio della Srr

CALTANISSETTA – Il buon senso è stato sconfitto su tutta la linea! Esordiscono Ferro e Morreale rispettivamente della CGIL e della UIL. Una ennesima proroga, di 14 giorni, è stata concessa dal governo Crocetta al commissario dell’ATO CL 1, proroga che non produrrà alcun effetto concreto se il Presidente della SRR continuerà ad ignorare quanto più volte ribadito da queste sigle sindacali e, cioè, che occorre mettere mano al passaggio dei lavoratori dall’ex ATO alla nuova SRR. Questa mancata applicazione della L. 9/2010 sta causando enormi danni alle casse della regione e, dunque, alle tasche dei cittadini della provincia nissena che continuano a pagare esose tasse a fronte di servizi scadenti, certo Ruvolo in questa sua inerzia non è solo, anche nel resto dell’isola sono tanti i Presidenti ATO che affrontano il problema rifiuti con molta calma ed in questo sono aiutati dall’indifferenza di molti politici, di maggioranza e di opposizione, ma ciò non può e non deve costituire una giustificazione per la palude politica che si è determinata in provincia.
La situazione, già critica, che si è venuta a determinare nel settore rifiuti rischia di diventare drammatica dal 15 di luglio, data di scadenza della proroga, dopo di ché non si è in grado di conoscere in quale modo verrà gestito questo grave problema; la grave carenza di operatori ed autisti, determinatasi già dal 29 dicembre scorso con la mancata riassunzione dei lavoratori il cui contratto è scaduto il 28 dicembre 2014 (12 lavoratori), si aggraverà ulteriormente il 15 luglio allorché scadranno i contratti per altri 16 lavoratori, ciò non consente una organizzazione del lavoro degna di questo nome, i servizi già ora non possono essere coperti e i rifiuti non rimossi per tempo rischiano di causare l’ennesima emergenza, a ciò si aggiunge la cronica carenza di liquidità: i lavoratori non percepiscono con regolarità le retribuzioni e le riparazioni dei mezzi non possono essere effettuate per via della mancanza di fiducia delle officine del territorio nei confronti dell’ATO, la mancanza di una sana politica di investimenti ha reso il parco mezzi dell’ATO un mucchio di rottami ferrosi che a stento riescono a svolgere il loro compito. Il risultato di tanta distrazione è lo sfacelo che quotidianamente viviamo, la necessità per gli addetti di operare in continua emergenza, con il rischio di commettere errori nelle normali procedure di affidamento dei servizi.
Si continua a dire che l’ATO Ambiente è un carrozzone inefficiente e mangiasoldi ma, nello stesso tempo, non si procede alla sua definitiva liquidazione e all’avvio della nuova SRR che per legge è destinata a far funzionare la macchina dei rifiuti e a gestire l’impiantistica, la panacea doveva essere la gestione del servizio direttamente da parte dei comuni, ma i sindaci non riescono a fare decollare i vari ARO, che permetterebbero loro di gestire direttamente lo spazzamento, la raccolta e il trasporto dei rifiuti; la caduta d’immagine dell’ATO Ambiente sta causando enormi danni anche all’immagine dei lavoratori, continuamente additati dall’opinione pubblica: chi li risarcirà?
Registrando l’inadeguatezza dei vertici della SRR nel gestire la problematica rifiuti il Dirigente Sindacale della CGIL Michele Ferro e il Segretario Org. della UIL TRASPORTI Andrea Morreale si rivolgono a S.E. il Prefetto, che ha mostrato in passato di avere grande sensibilità nell’affrontare i problemi dei cittadini e dei lavoratori, perché intervenga ancora una volta con fermezza, determinazione e con l’autorevolezza, al fine di scongiurare quello che oramai per molti sembra inevitabile: il collasso del sistema rifiuti.
Per quanto sopra detto CGIL e UIL hanno chiederanno un incontro urgentissimo al Prefetto di Caltanissetta perché si possa finalmente affrontare con il Presidente Ruvolo il problema del passaggio del personale dell’ATO Ambiente CL 1 alla SRR nel rispetto delle norme, evitando ulteriori disagi per i lavoratori che si sentono ormai abbandonati da tutti e vittime di un sistema che sembra non volersi curare di questa grave emergenza che rischia di trasformarsi in emergenza occupazionale, sociale e sanitaria, un sistema perciò, assolutamente privo di buon senso.

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