Carne sequestrata. Rettifica di MB Carni e “Macelleria Menna”: “Totalmente estranei a contestazioni di carni scadute”

Comunicato di rettifica a firma di Walter Burcheri legale rappresentante della MB Carni S.A.S.

In data odierna, 29 gennaio 2020, è stata pubblicata, dai mass media operanti sul web in Caltanissetta e provincia, tra cui Codeste Spett.li Testate, una notizia, scaturita dal comunicato, diramato (anch’esso) stamane dal Comando Provinciale di Caltanissetta dell’Arma dei Carabinieri, per cui i Carabinieri del predetto Comando Provinciale, del NAS di Ragusa e del NIL di Caltanissetta, collaborati da personale del settore veterinario della ASP nissena, a seguito di alcune attività ispettive, effettuate a “due aziende con sede in San Cataldo e in Caltanissetta, rispettivamente, la prima assegnatario delle forniture alimentari per le mense degli istituti scolastici di quel comune, e la seconda operante nel settore della lavorazione e trasformazione carni per le mense pubbliche e per la grande distribuzione commerciale”, avrebbero sottoposto a sequestro “complessivamente ottomila Kg. di carne destinata al consumo umano che aveva superato i termini di scadenza e su cui era stata apposta un’etichettatura contraffatta, del valore complessivo di circa centocinquantamila euro”.

Il suddetto comunicato, poi, prosegue, dando atto che, “inoltre nel corso del controllo veniva accertata la presenza di tre lavoratori sprovvisti di regolare contratto di assunzione e, in entrambe le società, il funzionamento di un impianto di video sorveglianza interna, sprovvista di autorizzazione”.

È di assoluta ed immediata evidenza che il comunicato in oggetto assume oggettiva importanza giornalistica ed informativa con specifico riferimento alla circostanza dell’avvenuto sequestro delle 8 tonnellate di carni contestate come scadute, specie se unita alla riconduzione di essa alla ditta (peraltro impropriamente) indicata come “assegnataria” delle forniture alimentari delle mense scolastiche di San Cataldo, poiché, così, la notizia è suscettibile di ingenerare – come già in effetti ha ingenerato, certamente in buona fede ma indebitamente – la erronea idea che la carne fornita nelle mense scolastiche di San Cataldo possa essere scaduta e/o falsamente etichettata.

Ed invero, così come formulato, il comunicato riferisce in maniera indifferenziata alle due aziende, oggetto di ispezione, l’addebito dell’avvenuto sequestro di 8 tonnellate di carne (che sarebbe risultata) scaduta e con etichettatura contraffatta.

E ciò, del resto, viene fatto palese anche dall’oggetto del comunicato, che infatti così testualmente recita: “Caltanissetta, sequestrate 8 tonnellate di carne in cattivo stato di conservazione e denunciate tre persone” (una delle tre persone, infatti, è titolare della ditta “M.B. Carni”, che gestisce la tradizionale “Macelleria Menna” e che, come subito si vedrà, non c’entra proprio nulla con la vicenda delle carni scadute o con etichettatura contraffatta).

Orbene, come testé accennato, la ditta con sede in San Cataldo è la “M.B. Carni”, di cui il sottoscritto è legale rappresentante, che gestisce la tradizionale “Macelleria Menna”, ivi operante nel Corso Vittorio Emanuele nn. 100/110 (la quale, peraltro, per la precisione, non è assegnataria dell’appalto di fornitura delle mense scolastiche, bensì fornitrice delle carni alla ditta assegnataria di detto servizio); ed essa è del tutto estranea ad ogni contestazione di carni scadute o con etichettatura contraffatta: di conseguenza, anche le carni fornite alle mense scolastiche di San Cataldo sono anch’esse, in nuce, estranee a qualsivoglia addebito di tal guisa.

Ed infatti, alla Macelleria Menna (alias M.B. Carni, in persona del sottoscritto legale rappresentante), come risulta documentalmente dal verbale di sequestro amministrativo del 23 gennaio 2020, che si allega alla presente nota (quale all. n.l), è stata contestata solo (e soltanto) la asseritamente irregolare assunzione di alcuni lavoratori, la mancata autorizzazione all’impianto di video sorveglianza e la – del pari pretesa – violazione (ex art. 2 del D.Lgs. 190/2006; il cui testo pure si allega quale all. n.2) di obblighi di rintracciabilità relativi a 54,9 Kg di carne fresca (si badi: trattavasi di carne fresca).

Altro che carne scaduta, mal conservata e/o con etichettatura contraffatta !

Ciò nonostante, per via della imprecisa formulazione del comunicato dei CC, e delle fuorvianti commistioni che esso oggettivamente (sia pure in buona fede) reca, da cui sono scaturite le notizie di stampa pubblicate (in atto solo on line), la Macelleria Menna (e, supponiamo, anche la ditta appaltatrice del servizio di ristorazione scolastica sancataldese) è stata già additata, sia da numerosi consumatori che da rappresentanti di organismi direttivi scolastici, quale esecutrice di siffatti, supposti, illeciti inerenti la carne contestata come scaduta e/o con etichettatura contraffatta.

Si ha infatti notizia della già avvenuta diffusione di un ingiustificato allarmismo con riferimento alla salute dei fruitori delle mense stesse e, ove la notizia non venisse rettificata nei suoi esatti termini, il danno che potrebbe cagionarsi sarebbe (come è ovvio ed evidente) di ulteriore gravità, potendo ledere irrimediabilmente l’immagine e la reputazione professionale della Macelleria Menna (e quindi della M.B. Carni), la quale, per contro, avendo da sempre accuratamente curato la qualità e la salubrità dei propri prodotti, non ha mai (e poi mai!) ricevuto, nella propria storia, alcuna contestazione di carni in cattivo stato di conservazione o etichettate con modalità di contraffazione.

Per correttezza, deve darsi altresì atto che l’azienda operante in quel di Caltanissetta, a cui fa riferimento il comunicato in questione, era a suo tempo (in passato) riconducibile ad alcuni soci, tra i quali anche il sottoscritto; ma da almeno quattro anni a questa parte le quote sociali di quella ditta furono totalmente cedute a terzi e la gestione della ditta nissena passò in mano ad altra proprietà e diversa gestione, del tutto autonoma ed estranea a quella della M.B. Carni.

Ma tale particolare, che può forse valere a far comprendere di fatto la dinamica dell’errata associazione di idee che probabilmente sta alla scaturigine del comunicato di cui sopra, corroborando la buona fede del suo redattore, non attenua, però, la necessità che la relativa notizia venga come sopra, pubblicamente ed immediatamente, rettificata e puntualizzata, anche in funzione di tutti gli interessi pubblici coinvolti.

Walter Burcheri

(foto archivio)

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