Catania18 Mag. Il 4 maggio 2016, presso il 2° Reparto della Casa Circondariale di Caltanissetta un incendio si sviluppava improvvisamente dentro una cella dove era ubicato un giovane detenuto di nazionalità italiana.
La Casa Circondariale di Caltanissetta in atto ospita circa 260 detenuti e di questi il 50% ad alto indice di pericolosità in quanto affiliati, capi e gregari di organizzazioni mafiosi delle tre regioni del sud Italia. Il personale di Polizia Penitenziaria è sottodimensionato con organici di gran lunga inferiore alle reali necessità per le attività ordinarie, con un aggravio di lavoro maggiore di quello sopportabile. Lorganico complessivo tra personale dellIstituto e del Nucleo Traduzioni e Piantonamenti provinciale, non supera le 160 unità di Polizia Penitenziaria.
Quella mattina del 4 maggio, -appreso solo ora dice Rosario Di Prima Segretario Regionale dellOSAPP Sicilia-, non appena, lunico Assistente Capo di Polizia Penitenziaria – queste le sue iniziali A.A., ha avvertito che al piano terra del reparto si stava sviluppando un incendio, notando la fuoriuscita di intenso fumo nero da una stanza del piano terra ove, peraltro, vi era ubicato un solo detenuto, interveniva immediatamente.
LAssistente Capo di Polizia Penitenziaria A.A., con decisione e sprezzo del pericolo, senza curarsi della densità del fumo che rendeva impossibile la visione di oggetti o persone faceva ingresso nella stanza che era completamente piena di fumo, il detenuto non era visibile e non rispondeva al richiamo del poliziotto, il quale entrava nella stanza a tentoni cercando di individuare e raggiungere il detenuto. Nonostante la resistenza che poneva il detenuto che più volte ripeteva di volerla fare finita con la vita riusciva a portarlo in salvo, fuori dalla stanza dove laria oramai irrespirabile non ne consentiva la permanenza ove reale era il pericolo di vita per il detenuto e dello stesso poliziotto. LAssistente Capo A.A. riusciva, comunque, a mettere in sicurezza con grave pregiudizio della sua incolumità e a rischio della propria vita.
Lintervento di altro personale ha scongiurato il peggio, evacuato lintera ala del reparto interessato mettendo in salvo altri detenuti. La prontezza dellAssistente Capo, incurante del rischio che correre, è stato possibile, ancora una volta, per la Polizia Penitenziaria rendere onore al mandato istituzionale affidatogli, salvando una vita umana.
Il Segretario Regionale, Rosario Di Prima, afferma Mentre le prigioni italiane sono ingolfate di attività e ridotte negli organici di Polizia Penitenziaria come la Casa Circondariale di Caltanissetta, i poliziotti penitenziari assolvono ai loro compiti senza tentennamenti neanche in momenti in cui il rischio della propria vita è altissimo. Questo gesto è la dimostrazione di quanto umano è il compito della Polizia Penitenziaria e quale alto senso umanitario ha avuto lAssistente Capo A.A..
Lattuale difficile situazione della Casa Circondariale di Caltanissetta e la grave carenza di personale di Polizia Penitenziaria, comunque, permettono di tenere alto il senso della vita e dellopera meritoria di poliziotti allinterno del penitenziario.