All’alba di oggi 12 maggio 2015, ha avuto luogo l’operazione internazionale di polizia denominata “Ferro”, nata dalla collaborazione tra i Carabinieri del Reparto Territoriale di Gela e la Polizia Tedesca del Commissariato KK 23 di Colonia. Sono stati tratti in arresto due soggetti: Rocco MORGANA, 24 anni, e Salvatore BENINTENDE, 68 anni, entrambi di Niscemi ma per anni residenti in Germania. Sono state eseguite decine di perquisizioni e sequestri di beni, titoli e conti correnti anche in Germania e Olanda grazie alla Cooperazione Internazionale tra organi di polizia. Eseguiti, complessivamente, 9 mandati di arresto, di cui 6 in Germania, 2 in Italia (i due niscemesi) ed uno in Olanda (originario di Niscemi).
L’indagine trae origine nel 2006 a Colonia ove gli indagati, a vario titolo associati in un’organizzazione ben strutturata con compiti e modalità del crimine professionale, hanno creato società di comodo al fine, da un lato, di evadere milioni di euro dal fisco tedesco, e dall’altro di poter sfruttare manodopera in nero, alterando gravemente la concorrenza nel mercato edile rispetto alle imprese tedesche che si muovevano nella legalità. Il Codice Penale Tedesco inquadra le condotte degli indagati in reati puniti con sanzioni estremamente incisive: dall’evasione fiscale in concorso con aggravanti, all’omesso versamento dei contributi previdenziali e dell’assicurazione sugli infortuni sul lavoro, all’appropriazione indebita di retribuzioni e contributi dei lavoratori. Le società di comodo create dagli indagati ed intestate a soggetti con falsi documenti d’identità hanno perseguito una doppia finalità. La prima è di impiegare operai edili non ufficialmente ingaggiati, fungendo da veri e propri “trafficanti” di manodopera in nero. La seconda è quella di c.d. “cartiera” ovvero produttrice di fatture false che vengono utilizzate dai clienti della società di comodo per dichiarare al fisco costi maggiori rispetto a quelli effettivamente affrontati, creando così fondi neri, frutto dell’evasione dell’IVA, con i quali pagare operai in nero o finanziare altre attività illecite. Le false fatture vengono pagate con bonifici alla società di comodo che ristorna al cliente quasi l’intero ammontare della fattura, in questo passaggio si inseriscono gli indagati, ovvero i burattinai dell’organizzazione che trattengono il 10% circa della fattura. La proiezione di evasione elaborata dalle autorità fiscali tedesche ha acclarato la mancata dichiarazione di circa 17 milioni di euro mentre le società cartiera hanno generato un incasso per il solo anno 2014 di oltre un milione e cinquecentomila euro. Gli indagati hanno occultato una gran parte del profitto dei reati reinvestendoli in Italia o facendoli transitare su conti correnti in banche italiane intestati a parenti, tuttavia, la capillare attività svolta dagli investigatori italiani e tedeschi ha condotto a disvelare anche i beni e i soggetti cui sono stati transitati i profitti dei reati. A confermare questo dato il sequestro, operato a Niscemi dai Carabinieri – nei confronti di un indagato tratto in arresto in Olanda e ritenuto uno dei vertici dell’associazione – di tre immobili, due conti correnti ed un terreno di 2000 mq, dal valore complessivo stimato in un milione di euro circa.
Le indagini, protratte per un periodo circa 5 anni, condotte con l’utilizzo di moderne tecniche di ricerca patrimoniale nonché delle più classiche intercettazioni telefoniche hanno portato all’emissione dei provvedimenti restrittivi e di sequestro da parte del Pretore di Colonia, il quale concordava pienamente con le risultanze investigative dei Carabinieri di Gela e della Kriminalpolizei, coordinati dalla Procura di Colonia.
I provvedimenti di perquisizione e sequestro sono stati emessi per rogatoria dal Giudice per le indagini preliminari di Gela, invece i Mandati di Arresto Europeo sono stati ratificati in Italia dalla Corte d’Appello di Caltanissetta. Le operazioni, in Italia, sono state coordinate dalla Procura di Gela, sotto le cui direttive hanno agito i Carabinieri del Reparto Territoriale.
Gli arrestati sono stati associati alla Casa Circondariale di Gela.