La deputata alla Camera del Movimento Cinque Stelle Azzurra Cancelleri ha interrogato il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa per chiedere una verifica sullo stato dei luoghi e sul relativo livello di inquinamento ambientale a Gela, nella zona che un ex operaio dell’Eni ha indicato quale deposito interrato di scorie.
L’interrogazione, porta anche la firma dei deputati Pignatone, Licatini e Varrica, ed è condivisa dal senatore gelese Pietro Lorefice che si è attivato incontrando il sottosegretario del ministero dell’Ambiente Salvatore Micillo. Il documento fa seguito alla messa in onda di un servizio televisivo sulle reti Rai durante il quale il titolare di una ditta di escavatori, ha denunciato la presenza di rifiuti tossici che avrebbe interrato, decine di anni fa, su commissione dello stabilimento petrolchimico di Gela, in un’area poco distante dalla stessa raffineria, oggi off limits.
“La città del Golfo vive da troppo tempo i problemi legati all’inquinamento, che impattano negativamente sulla qualità della vita dei suoi abitanti”, dicono i deputati pentastellati. “Purtroppo Gela non è l’unico sito contaminato nel nisseno – aggiungono -. Confidiamo nel lavoro della magistratura, in attesa che si faccia piena luce su un passato che a fatica riemerge in tutta la sua drammaticità con gravissime conseguenze per la salute dei cittadini. Come forza di Governo – concludono – faremo sentire la nostra voce confidando nel lavoro del ministro Costa che finora ha dimostrato ampia sensibilità su questa tematica”.
Nell’interrogazione la deputata Cancelleri inoltre fa riferimento alla zona di Tribonella, dove insiste una ex miniera.
“Nel sito dell’ex solfatara sono depositati materiali in amianto – dice la Cancelleri -. Già durante la scorsa legislatura avevo chiesto l’intervento dello Stato per verificare che la sicurezza dei cittadini non fosse messa in pericolo a causa del rischio di contaminazione. Al Ministro, nell’ambito delle sue competenze, ho chiesto se intende avviare quindi un’accurata ispezione e predisporre controlli approfonditi sulle condizioni delle falde acquifere del luogo. Costa invii i Carabinieri del nucleo tutela dell’ambiente perché si accerti lo stato delle cose nei pressi dell’ex miniera e si proceda secondo i protocolli per la messa in sicurezza dei luoghi, quindi degli abitanti”.