Campagna promossa dall’Associazione Ligabue contro le discriminazioni e le barriere mentali nei confronti di persone con disagio fisico e psichico

Comunicazione di sensibilizzazione rivolta ai cittadini per la prevenzione e tutela della salute e per i corretti stili di vita.

CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Questi erano gli slogans che abbiamo portato all’attenzione della gente alcuni anni fa, in occasione della Giornata Internazionale delle Disabilità, e questo è quello che ancora oggi gridiamo per farci sentire, perchè le persone affette da malattie mentali sono sempre più discriminate e, cosa più deprecabile, più trascurate da chi istituzionalmente dovrebbe occuparsi di loro. Questo è quello che avviene dappertutto. Una volta, prima del 1978 cioè prima della legge Basaglia, i cosidetti “matti” venivano “carcerati” nei manicomi e tutti se ne “lavavano le mani” e si comportavano come se il problema non esistesse. Oggi, con la chiusura definitiva dei manicomi, i “matti” sono tra noi e in qualche modo bisogna occuparsene. Discriminazioni, stigma, pregiudizio, ancora limitano l’inclusione sociale e la piena attuazione delle normative vigenti. L’associazione, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi ancora irrisolti che riguardano i pazienti affetti da disturbi mentali, aderisce e promuove iniziative e progetti che vanno nella direzione umana e cristiana della solidarietà e dello sviluppo sociale.

Perciò in Italia, sono stati creati i D.S.M. (Dipartimenti Salute Mentale) luoghi e spazi in cui, in genere, le persone sofferenti di malattie psichiche dovrebbero essere assistite e curate. In genere, perchè in particolare a Caltanissetta il settore sanitario relativo alla salute mentale è oltremodo trascurato sopratutto dai vertici dell’A.S.P.. E’ da ben due anni che come Ligabue chiediamo di avere un incontro con il cosidetto Manager Caltagirone e con il Direttore Sanitario s.ra Marcella Santino, dopo aver loro scritto diverse lettere e varie istanze dove venivano elencate le carenze esistenti nel DSM nisseno (prima fra tutte quella di personale medico e infermieristico) e venivano richiesti interventi semplici e mirati per sopperire alle mancanze. Niente! Lor signori sono a tutt’altre faccende affaccendati (come quella, ad esempio. di inaugurare e aiutare strutture private che si occupano di persone autistiche) e se ne “fottono” dei malati mentali e delle loro famiglie. Grazie allo spirito di servizio (quasi abnegazione) di due medici pschiatri, il dr. Salvatore Mistretta e il dr. Claudio Camilleri, il D.S.M. di via Chiarandà continua a reggere, elargendo cure e servizi. Ma per quanto ancora? Alcuni giorni fa, il 20 marzo u,s,, chiedevamo ai vertici dell’ASP nissena la vaccinazione dei malati mentali nei seguenti termini :

richiesta vaccinazione soggetti fragili sofferenti di malattie pschiatriche.

Il sottoscritto, Salvatore Pecoraro. Presidente dell’Associazione Ligabue, con riferimento all’oggetto della presente

CHIEDE

che la vaccinazione anti-COVID degli utenti di codesto D.S.M., essendo soggetti fragili e, in genere, bisognosi di accompagnamento, avvenga presso i locali ambulatoriali del C.S.M. di via Chiarandà.

In tal modo, si eviterebbe di intasare i luoghi già adibiti alla vaccinazione dall’ASP, e consentirebbe una pronta vaccinazione degli utenti con una turnazione in base alla gravità delle patologie, già conosciute nel D.S.M..

Inoltre, dal momento che la struttura dispone di infermieri, sarebbe più facile organizzare una vaccinazione senza dover gravare sul personale dell’ospedale, già oberato di richieste e di lavoro.

Và da sé che, in caso di accoglimento della presente richiesta, l’ASP dovrà fornire, oltre alle dosi di vaccino, anche tutto il necessario (modulistica, siringhe, etc.) per espletare al meglio tale incombenza.

In attesa di un pronto riscontro della presente, si porgono distinti saluti.

Ebbene, anche tale richiesta è rimasta lettera morta. I nostri amministratori sanitari se ne fottono delle persone che soffrono e stanno male. Pensano solo a prendersi lo stipendio mensile (piuttosto sostanzioso!) ed a fare l’ordinaria amministrazione e le cose dove hanno un ritorno immediato (incarichi ben retribuiti a loro familiari e quant’altro, che ci riserviamo di esporre all’A.G. competente). Questo è lo stato della sanità nel nostro Distretto!

Che fare? Non lo sappiamo. Al momento non sappiamo dove sbattere la testa. Perciò, ci rivolgiamo alla stampa libera ed all’opinione pubblica, almeno speriamo di smuovere le acque.

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