CALTANISSETTA – Nel mondo delle cose fisiche, pratiche, la “scala mobile” è un trasportatore-elevatore adatto al trasporto di persone. Utilizzata come trasporto pubblico urbano è definita sistema ettometrico. L’idea fu brevettata dal suo inventore, lo statunitense Jesse W. Reno. Noi tutti le abbiamo sperimentate, le scale mobili, nei centri commerciali, nelle metropolitane, negli aeroporti, ecc..
Lo spirito di partecipazione, lo spirito critico dei nisseni raramente si desta dal sonno della ragione. Ma, a volte, anche qui, nella nostra “Calma-Nissetta” si accende la passione pubblica o, quantomeno, si sollevano vibranti reazioni di fronte alle insidie, alle offese che riguardano le vestigia, le memorie, i simboli dell’immaginario collettivo.
E’ di questi giorni l’appassionata risposta, di cittadini e associazioni culturali, suscitata dal progetto comunale di una “scala mobile” che il Comune intenderebbe impiantare lungo la storica, monumentale scalinata Silvio Pellico. Una struttura, un meccanismo che, a parere della Soprintendenza e dell’Amministrazione Comunale, non intaccherebbe la parte architettonica, visibile e fruibile della scalinata, perché in parte in galleria, in parte occultata dalle strutture (i “capanni”) facenti parte del monumento. Un’idea questa che risale – nientemeno! – ai tempi della giunta Mancuso, proposta dall’architetto, allora assessore Luigi Maria Gattuso.
Di certo la scalinata Silvio Pellico è uno dei simboli della Città di Caltanissetta. Della Caltanissetta prospera, bella e austera di fine Ottocento ridefinita, nobilitata dai progetti degli architetti Alfonso Barbera, Giuseppe Di Bartolo Morselli, Pasquale Saetta. La neoclassica scalinata dedicata a Silvio Pellico, eloquente metafora di una Caltanissetta che cresceva economicamente, culturalmente e politicamente, si trova proprio di fronte all’edificio centrale della stazione ferroviaria cittadina e collega le vie Cavour e Crispi.
Tra le diverse questioni, perplessità, critiche suscitate dal progetto, le seguenti ci sembrano degne di attenzione e di approfondimento, di ulteriori verifiche: i rischi di danneggiamento della struttura architettonica della scalinata e degli storici e altrettanto monumentali edifici adiacenti, appartenenti alla Curia Vescovile (ovvero l’ex Grand Hotel Concordia Villa Mazzone, oggi Casa di riposo per anziani e fondazione Mazzone); l’opportunità, o meno, di collocare un trasportatore-elevatore funzionale al trasporto di persone e di impiantarlo proprio lungo questa scalinata e non in altro sito analogo e prossimo ma architettonicamente meno importante; infine, gli oneri, i costi di gestione e di manutenzione, certamente non irrilevanti.
A chi parla di “offesa” ad un monumento cittadino, noi di Italia Nostra diciamo che già in passato la scalinata Silvio Pellico è stata offesa con un sistema di illuminazione, a parer nostro improprio, abbandonato poi al degrado, ma anche con la scriteriata piantumazione di alberi di Magnolia nei piani di riposo del peculiare manufatto. Sottolineiamo, altresì, che per realizzare il progetto della scala mobile sarebbe necessario costruire una nuova e ben visibile struttura di copertura nel punto di arrivo del trasportatore-elevatore, nella parte alta della scalinata. Sollecitiamo dunque l’Amministrazione Comunale, la Soprintendenza ai Beni Culturali di Caltanissetta, gli enti pubblici preposti alla tutela dei cittadini e dei beni culturali ad attivare ulteriori verifiche e valutazioni.