I servizi sanitari destinati all’autismo a Caltanissetta e provincia stanno attraversando una fase di forte criticità, che rischia di rendere vani anni di lotte e sacrifici compiuti dalle famiglie per far riconoscere ai loro figli e figlie i diritti più essenziali.
Manca una sostanziale visione da parte dei vertici dell’Asp degli obiettivi da raggiungere nel breve e lungo termine per dare qualità, continuità e stabilità a quanto finora fatto in provinciasull’autismo.
Le famiglie, che levano le loro voci da più parti, lamentano le conseguenze di un colpevole ritardo sia politico che amministrativo, nell’individuazione e conseguente nomina del direttore sanitario e di quello amministrativo (come è noto la nomina del direttore generale è avvenuta lo scorso 1 luglio con l’apposizione della sua firma), che evidentemente rende impossibile qualunque progettualità che abbia i caratteri della continuità e stabilità, come invece risulterebbe indispensabile nel caso della disabilità che riguarda lo spettro autistico.
Nonostante il lavoro indefesso di singole professionalità che afferiscono al Dipartimento di salute mentale, di cui l’autismo è ormai parte integrante, e del direttore sanitario in pectore, i risultati non sono pari all’impegno profuso, per la mancanza di una rete efficace ed efficiente.
“Noi chiediamo fermamente – dice Maria Grazia Pignataro Presidente dell’Ispedd, l’associazione di famiglie che opera sul territorio di Caltanissetta dal 2008 – una decisa assunzione di responsabilità da parte dei vertici regionali, Governatore e assessora regionale alla sanità, nonché di quella del neoeletto sindaco di Caltanissetta, nella sua veste di responsabile della sanità locale, affinché spingano con urgenza il direttore generale a nominare o confermare il direttore sanitario, che tra l’altro ha dato prova di competenza, serietà professionale e disponibilità all’ascolto e al dialogo, e il direttore amministrativo, che possa fungere da guida e coordinamento per velocizzare e smaltire illavoro che afferisce agli uffici amministrativi e all’UOCprovveditorato”.
“Inoltre – continua la Pignataro – chiediamo che finalmente ci si possa sedere attorno ad un tavolo tecnico con i tre vertici dell’Asp e definire le risorse, a partire dal 3% del bilancio dell’Asp destinato all’autismo e non solo, e le strutture occorrenti per offrire una vita più che dignitosa ai nostri figli e figlie sotto tutti i profili. Nell’occasione ribadiremo che venga reso noto al più presto l’iter che possa portare i bambini e le bambine, i giovani e le giovani adulte, nel pieno rispetto delle norme vigenti, alla semiresidenzialità e alla residenzialità per il durante e dopo di noi con fini di natura riabilitativa e abilitativa, occupazionale e di integrazione all’interno del territorio. La sperimentazione afferente all’ex progetto pilota con i voucher da assegnare alle famiglie, può essere una strada da percorrere perché consente a quest’ultime di “spendere” i voucher all’interno delle cooperative operanti sul territorio che offrono i servizi migliori e più funzionali, in base all’età e al livello di autismo, per i loro figli e figlie. Bisogna, però, rimodulare il progetto nella direzione della stabilità e continuità e non della continua interruzione e frammentazione che rende ogni programmazione individuale vacua e priva di utilità”.