CALTANISSETTA – Il ruolo che ho scelto, come Sindaco della città, mi ha portato, in passato, a combattere aspramente con un sistema di sprechi, anche nel campo dei rifiuti, a ricercare, legalità (vera), trasparenza e verità, condividendo con i miei assessori, grandi battaglie, dove alcune volte abbiamo avuto ragione, ed altre torto. La principale dove siamo stati soccombenti, è stata il dedicare troppo tempo al fare, e troppo poco e male a comunicare. Credo comunque che c’è sempre tempo per rimediare, ed è con questo spirito che mi accingo ad apportare il mio contributo di verità , su una vicenda che, tra proroghe, bando principale e bando ponte, di ardito e coraggioso, sembra avere solo un‘architettura giuridica, (per altro disegnata da costosi pareri legali) atta a sostenere una larghissimo pezza, da porre sopra agli evidenti ritardi.
A scanso di ogni equivoco, con alcuni miei ex assessori abbiamo condiviso ed accolto con positività la notizia che Caltanissetta, potesse finalmente approdare ad un sistema dei rifiuti virtuoso, se non altro perché l’abbiamo pensato per tempo.
In attuazione dell’art. 5 ter della Legge Regionale 9\2010, beneficiando della Direttiva Marino n° 2-2013, rep. 1290, che permetteva, in ragione dei ritardi atavici della Regione nell’approvazione del Piano Regionale dei Rifiuti, di dotarsi di un piano di intervento comunale (ARO) per i servizi di raccolta e spazzamento, predisponemmo subito il progetto, approvandolo in giunta con delibera 49\2013 e lo inviammo all’Assessorato All’Energia, Rifiuti e Servizi di Pubblica Utilità nell’aprile 2014.
Quel piano, elaborato su indirizzi che attingemmo anche direttamente dall’Amministrazione del Comune di Salerno, esempio di sistema virtuoso dei rifiuti nel bel mezzo della terra di nessuno, fu trasmesso tempestivamente in Regione, ed era pronto per essere appaltato, potendo garantire già alla fine del 2014 quei risultati che oggi ci vengono annunciati.
Ma nel luglio 2014 quel piano venne ritirato dall’attuale amministrazione, sospendendo un procedimento che è durato per cause di non univoca lettura ben oltre due anni e mezzo. Detta scelta che non ha portato, fino ad oggi, ad alcun risultato, se non le proroghe di un servizio, divenuto, nel frattempo, non conforme agli odierni standard imposti dalla normativa nazionale in termini di raccolta differenziata.
Ebbene, oggi, nell’ottobre del 2016 non abbiamo ancora appaltato il servizio, e per ottemperare alle norme ormai inderogabili, la nostra Amministrazione ha addirittura approvato un “bando ponte”, ritenuta la corretta procedura, a suo tempo da noi elaborata, troppo lunga nei tempi.
Nel fervore dell’agone politico, questo dato sembra sfuggito, o chissà, forse sottaciuto dai più per imbarazzo. Eppure è strano che nessuno si sia chiesto il perché l’amministrazione Ruvolo abbia ritirato il bando a suo tempo approvato.
Se la risposta è la discrezionalità politica, il desiderio di distinguersi rispetto a quanto fatto prima. Giustissimo e condivisibile; ma allora perché scegliere lo stesso progettista, che per altro è il medesimo professionista del “bando ponte”? Perché lasciare la medesima (se non identica) impostazione progettuale?
Ma ancor di più, perché, alla luce delle pochissime modifiche apportate, impiegare oltre due anni e mezzo per arrivare solo ad avviare una procedura di appalto?
Benché queste domande conterrebbero un grande significato politico, che sembra ai più sfuggito, non è tuttavia questo l’intento del presente intervento, che intende, nell’ambito del dovere civico di chi sa, di rendere note ai propri Concittadini, altre più importanti questioni.
Nel ritardo, oltre a contenersi le inevitabili proroghe all’attuale servizio non più adeguato alla attuale normativa, vi sono anche i costi della procedura del “bando ponte” con annessi, connessi e costosi pareri legali finalizzati al tentativo di legittimarlo. Vi sono i costi di una città tenuta per altri due anni e mezzo più indietro delle altre mentre si proclamava il cambiamento, tutto ciò senza alcuna vera motivazione. Vi sono i costi dei conferimenti a discarica per la mancata attivazione della differenziata.
Non solo, nel ritardo si insinuano i dubbi sulla praticabilità di una soluzione di appalto senza far ricorso agli accordi quadro aggiudicati dalle SRR, ormai imposti dall’art. 3 comma 6 della direttiva presidenziale 5 rif. del 7.6.2016, cogente nella procedura di appalto in questione, ed i dubbi sulla praticabilità di due procedure di appalto parallele, e potremmo ancora continuare.
Un ulteriore dubbio che sovviene è il perché il Comune non abbia, senza indugio, chiesto immediatamente all’Assessorato all’Energia il commissariamento ad acta della predetta SRR ai sensi dell’art. 3 comma 7, per violazione dei termini dell’art. 3 comma 6 che obbligava ad appaltare il servizio entro il 7 luglio ormai trascorso.
Questi e molti altri dubbi incombono sulle procedure e condotte poste in essere, dove può solo darsi atto della volontà della giunta appena ricomposta di dare le corrette risposte, Speriamo, quindi, che Caltanissetta abbia il sistema di rifiuti che i Cittadini si aspettano, e che è già attivato in quasi tutti i Comuni vicini, partiti insieme alla amministrazione che mi pregiavo di presiedere, nell’attuare le procedure della direttiva Marino 2\2013.