Le aziende non possono continuare a pagare il conto delle inefficienze.
Informati dai numerosi associati, operanti presso le aree industriali di Calderaro e San Cataldo Scalo, delle anormali fatture ricevute per il consumo acqua del 2020 i cui importi sono raddoppiati e in alcuni casi triplicati rispetto ai normali addebiti, il direttivo regionale di Ascom Sicilia, il presidente Francesco Trainito, il delegato Giovanni Guarino ed il consigliere Michele Paruzzo si sono immediatamente adoperati per comprendere le ragioni di tali addebiti.
Dopo una approfondita analisi ed i colloqui avuti con i vertici di IRSAP e dell’Assemblea Territoriale Idrica – Ato Caltanissetta ci si è immediatamente resi conto di essere nuovamente di fronte ad una delle oramai cicliche e paradossali vicende che riguardano le aziende che operano all’interno delle aree industriali della città di Caltanissetta.
Al momento non vogliamo addentrarci a comprendere le ragioni per le quali il passaggio della rete idrica appartenente ai vecchi consorzi ASI in liquidazione a Caltaqua non sia ancora avvenuto, la materia è in mano al nostro ufficio legale che sta analizzando la questione e per ottenere ulteriori ed approfonditi chiarimenti la nostra Associazione ha chiesto al Presidente della Assemblea Territoriale Idrica – Ato Caltanissetta, il sindaco di Niscemi Avv. Massimiliano Conti, un incontro urgente, ci limitiamo amaramente a constatare che il risultato è sempre identico al passato: “Alle aziende viene richiesto, come sempre, di pagare i conti delle inefficienze, della totale ed assoluta assenza di una governance politica che anziché guidare lo sviluppo della nostra città, si impegna, con acume ed ingegno, a decretarne sempre di più, la morte”
Nel caso specifico, e senza volerci soffermare ad elencare i numerosissimi problemi irrisolti dell’area industriale della città di Caltanissetta, abbiamo scoperto che esiste una enorme differenza tra la quantità di acqua fatturata da Caltaqua all’ Irsap e quella realmente consumata dalle aziende insediate. Il costo di questa enorme differenza, che si ritiene essere acqua dispersa o sottratta, viene recuperato da Irsap incrementando il prezzo e rifatturando alle imprese proporzionalmente ai singoli consumi. Tale prezzo infatti cresce dai 2,10 euro mc sino a 6,5 euro mc solo per recuperare queste inefficienze e non per reali consumi delle aziende
Questa scoperta ci lascia basiti e ci sollecita a porre a tutti i decisori politici e giuridici alcune domande che abbiamo rivoltoanche al nostro ufficio legale:
La nostra associazione, in difesa delle numerose aziende associate, esige urgentemente delle risposte. Al momento ASCOM SICILIA chiede urgentemente ad IRSAP di annullare le fatture inviate e di riemetterle ad un costo equiparabile a quello pagato da aziende produttive similari sul territorio siciliano. “Assisteremo le aziende associate in questa surreale vicenda, è arrivato il momento che anche a Caltanissetta gli imprenditori abbiano il diritto di essere considerati elementi di assoluto valore per la crescita economica e sociale, di essere trattati come degli “IMPRENDITORI NORMALI” e non continuamente bistrattati” ha dichiarato il presidente regionale Trainito.