Nell’ambito dell’attività di prevenzione e repressione dei reati in genere, si comunica che nella settimana trascorsa sono stati tratti in arresto da personale dell’Ufficio Anticrimine:
1) LIGNITE Rosario, gelese classe 1993, giusto provvedimento di esecuzione di pene ricorrenti, emesso dalla Procura di Gela, presso il Tribunale di Gela, è stato tratto in arresto poiché deve espiare la pena della reclusione in carcere per anni 2 perché ritenuto responsabile di furti in concorso commessi in Gela nell’anno 2014.
2) PEPE Rosario, gelese classe 1956 e
3) TERMINI Rosaria Giovanna, gelese classe 1962, entrambi in esecuzione dell’Ordine di Esecuzione per la Carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela Ufficio Esecuzioni Penali, poiché dovranno espiare la pena detentiva in carcere per anni 3 e mesi 6 perché riconosciuti colpevoli dei reati di violazione continuata delle norme edilizie e costruzione abusiva accertati nel tempo in Butera negli anni 2009 e 2010.
4) BIUNDO Salvatore Graziano, gelese classe 1980 in esecuzione dell’Ordine di Esecuzione per Espiazione di Pena Detentiva in Regime di Detenzione Domiciliare emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela Ufficio Esecuzioni Penali, poiché dovrà espiare la pena detentiva di anni 2 e mesi 6 perché riconosciuto colpevole dei reati Art. 73 c.1 bis DPR 309/90, produzione e traffico di stupefacenti.-
5) CONDORELLI Salvatore Nunzio gelese classe 1955 è stato tratto in arresto in esecuzione dell’Ordine di Esecuzione per Espiazione di Pena Detentiva in Regime di Detenzione Domiciliare emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela Ufficio Esecuzioni Penali, poichè dovrà espiare la pena detentiva di mesi 2 perchè riconosciuto colpevole dei reati p. e p. dagli artt. 81 c.1 44 c.1 c.p. D.P.R. 380/2011, ovvero abusivismo edilizio.
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Inoltre, a seguito di intervento delle Squadre Volanti in servizio di prevenzione e controllo del territorio e soccorso pubblico, sono state denunciate a piede libero:
1) F. C., nato a Vittoria classe 1972 e res. a Gela, è stato deferito all’A.G. ai sensi degli artt. 697 e 612/2 c.p., ovvero per detenzione abusiva di un fucile e minaccia grave;
2) F. L., gelese classe 1974, è stato segnalato all’A.G. ai sensi dell’art. 20 L.1/10/1975 nr.110, ossia per omessa custodia di un fucile da caccia, poiché affidato a persona priva di valido titolo di Polizia.
In particolare, due pattuglie di Volante, intervenivano in un’abitazione per segnalazione telefonica di lite in famiglia, seguita da minacce. Sul posto gli operatori, davanti l’abitazione identificavano F.C. il quale riferiva che non era successo nulla, ma che vi era stata solo una banale discussione con la propria moglie. Gli operatori di Polizia, al fine di accertare la veridicità di quanto appreso, si introducevano all’ interno dell’abitazione trovando in un piano, alcune stanze parzialmente a soqquadro, vetri rotti, cassetti e sedie riverse a terra, senza trovare né persone né tanto meno altri segni di violenza sulle cose negli altri locali della casa disposta su più livelli. Poco dopo, gli operatori rintracciavano la moglie del F. C., che si era rifugiata presso l’abitazione di una vicina di casa, unitamente ai suoi figli perché, a suo dire, era stata poco prima minacciata ed aggredita dal marito preso da una furia omicida, tanto che aveva tentato di strangolarla davanti ai figli e solo grazie a quest’ultimi che erano intervenuti in sua difesa, il F.C. desisteva nel proseguo della violenza. Madre e figli quindi fuggivano da casa rifugiandosi da una vicina. La moglie di F.C. riferiva inoltre che da tempo con il marito vi erano continui litigi e incomprensioni e che nella stessa giornata, le aveva inviato tramite l’applicazione WhatsApp sul telefonino, delle foto di un coltello a serramanico con manico in legno di una determinata marca e con annesso un messaggio di minaccia che se non l’avesse raggiunta al piano superiore avrebbe dato fuoco alla casa. Pertanto gli operatori di Polizia in considerazione di quanto esposto ed in virtù delle citate circostanze, in via cautelativa, visto che F.C. risultava in possesso di regolare denuncia di detenzioni armi, procedevano ad acquisire le armi da fuoco e da taglio ivi presenti e relativo munizionamento che si trovavano custodite in un armadietto contenente nr. 10 fucili da caccia, n.1 pistola semiautomatica con relative munizioni. Procedevano, altresì, al sequestro penale ex Art.354 c.p.p. di un coltello a serramanico della stessa marca indicata, poiché utilizzato dal F.C. a fronte delle predette minacce a mezzo foto e rinvenuto dagli operatori di Polizia nel corso di un’accurata perquisizione ex art.352 c.p.p., all’interno dell’appartamento e, più precisamente, nella camera da letto, occultato nella federa del cuscino collocato a destra del letto, con la lama ancora aperta. Nel corso dell’intervento la moglie di F.C. veniva colta da un improvviso malore e veniva trasportata a mezzo ambulanza, debitamente fatta intervenire, presso il locale pronto soccorso per le cure del caso, dove i sanitari, nel refertarla con gg. 4 s.c. ne diagnosticavano la prognosi per ferite al collo e stato d’ansia reattivo.
Con l’ausilio di personale specializzato di questo Ufficio Porto d’Armi, gli ulteriori accertamenti esperiti, permettevano di sequestrare, ai sensi dell’Art. 354 c.p.p., un fucile da caccia calibro 12 avente corpo marca P. Beretta e canna marca Breda le cui rispettive matricole risultano di proprietà di F. L. M., poiché abusivamente detenuto dal F. C..
Come più volte già divulgato sarà implementa l’attività di verifica dei requisiti psico-attitudinali per le licenze di porto d’armi.