Associazione “Caltanissetta Si Cura”: tutela della salute del cittadino dovrebbe essere in cima alla lista dell’Asp

La tutela della salute del cittadino utente, destinatario dell’offerta sanitaria locale, dovrebbe essere in cima alla lista degli interessi di qualsiasi Azienda Sanitaria Locale.

 

Un presupposto che, però, l’associazione “Caltanissetta si cura” non ritiene valido anche per la Provincia di Caltanissetta.

“Constatiamo, come associazione, un atteggiamento di reiterata ostilità nei confronti del cittadino-paziente-utente che solleva problemi cruciali sui tempi e modi delle prestazioni sanitarie – hanno commentato il Presidente dell’associazione Sergio Cirlinci e la vice presidentessa Rita Capraro durante una conferenza stampa tenuta questa mattina -.  E ciò si verifica anche quando vengono chiesti chiarimenti a questioni relative alle urgenze di primo soccorso, all’organizzazione nei reparti, alla prestazione di visite salvavita e relativa una programmazione troppo dilatata nei tempi che costringe l’utente a rivolgersi <<obbligatoriamente>> al privato”.

Un comportamento che per l’associazione nissena mal si sposa con l’atto aziendale che, invece, “a pagina 23 articolo 6 comma 1 e 2 fa presente con certosina precisione tutti i suoi doveri nei confronti dei cittadini-utenti garantendo controlli, verifiche con tanto di annunciata costituzione di uffici preposti alla prevenzione della corruzione e della trasparenza. Un monitoraggio e gestione anche per ciò che riguarda l’assetto organizzativo interno dell’azienda stessa nonostante vari articoli del suddetto atto, alcuni dei quali citeremo, descrivano un impegno formale nei confronti dei cittadini-utenti finalizzato ad operare in modo corretto e nell’esclusivo interesse del paziente-utente”.

Per “Caltanissetta si Cura”, dunque, “l’utente paziente come interlocutore privilegiato di qualunque aspetto relativo alla qualità dell’offerta sanitaria locale” è un concetto valido soltanto sui documenti ufficiali e non nella realtà.

“Come associazione – hanno proseguito – sottolineiamo i continui tentativi da parte dei vertici della sanità locale di sminuire ogni critica o giusta osservazione per proteggere “l’immagine” della struttura ospedaliera come dei vari servizi pubblici offerti.

Tentativo questo supportato da una grande parte della politica locale che si è prestata a passerelle e autocelebrazioni di realtà di efficienze inesistenti”.

Atteggiamenti permissivi e problematiche celate che, però, i cittadini continuano a lamentare e, tramite l’associazione di recente costituzione, mettere in luce. “Da questo impietoso e deludente siparietto noi cittadini, ma anche utenti e pazienti, abbiamo tratto delle conclusioni che devono per forza coinvolgere l’aspetto manageriale e dirigenziale chiedendo una verifica esterna, formale e ufficiale che vada ad accertare la reale funzionalità del nostro ospedale date le incongruenze tra ciò che l’assetto dirigenziale del suddetto afferma e le decine e decine di denunce e segnalazioni, anche attraverso numerosi articoli di giornale, ad opera dei cittadini in qualità di pazienti o familiari. Pretendiamo chiarezza – hanno concluso Cirlinci e Capraro – sia a livello politico che sanitario sulla reale condizione dell’ospedale e sulle sue criticità, pretendiamo che si faccia chiarezza su eventuali conflitti di interesse tra politica e sanità, chiediamo che si avvino verifiche serie da parte delle istituzioni e che la politica dimostri di essere realmente dalla parte dei cittadini. Noi saremo sempre contrari a qualunque accomodamento o ammorbidimento: “La cosa Pubblica” non deve essere oggetto di propaganda elettorale o speculazione e vogliamo chiarezza su ciò che accade all’interno della nostra sanità”.

L’associazione non si è voluta fermare a una lettera denuncia ma ha già consegnato al Sindaco Roberto Gambino una lettera con delle domande che vorrebbe chiarite dai vertici dell’ASP.

L’auspicio è che il primo cittadino possa farsi da valido interlocutore per avere, finalmente, quelle risposte attese da tutta la cittadinanza.

Tra i “dubbi” da risolvere c’è la richista della tempistica per il trasferimento del reparto di Gastroenterologia dall’ospedale Raimondi al Sant’Elia (spostamento che permetterebbe ai pazienti di non essere dirottati alla ben più lontana Gela), perchè funzionano soltanto 3 sale operatorie nonostante il complesso ne abbia ben 8, l’effettiva richiesta degli anestesisti in rapporto alle necessità della mole di interventi, quale sarà l’effettiva funzionalità dei futuri assunti già preannunciati, il numero reale di posti letto e, infine, gli aggiornamenti sul Polo Oncologico.