Arrestato per lesioni, stalking e danneggiamento aggravato a Niscemi

TITOLO: “La gelosia per la moglie, porta a perseguitare lei ed il nuovo compagno, fino ad aggredire fisicamente quest’ultimo; la scintilla, scaturita dall’avere sorpreso la moglie col nuovo compagno, all’interno dell’abitazione del nuovo compagno, fa esplodere la violenza del marito, che distrugge con una mazza l’autovettura del nuovo compagno e l’ingresso, frantumando completamente i vetri; i poliziotti niscemesi intervengono a bloccare la violenza dell’uomo; la successiva ricostruzione investigativa, permette di delineare le responsabilità penali del marito geloso, che recentemente aveva sposato la moglie, e che in seguito al profilarsi della rottura del matrimonio, quasi coevo alla stessa nascita, aveva iniziato a perseguitare la moglie, ed il nuovo compagno; per il marito aggressore scatta la misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Gela, a seguito di richiesta della Procura; giovane niscemese, incensurato, arrestato dai poliziotti”. 

Nel pomeriggio scorso, gli uomini del Commissariato di P.S. Niscemi – diretti dal Commissario Capo Gabriele Presti – hanno dato esecuzione alla misura cautelare della sottoposizione agli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Gela, su richiesta della Procura della Repubblica di Gela – a carico di un giovane niscemese, incensurato, DI BENEDETTO Salvatore, classe 1991, in quanto gravemente indiziato dei reati di cui agli artt. 582, 612 , 635 comma 1 e 2, 3), 61 n. 2, c.p., 56 e 614, c.p., art. 4, l. 110 del 1975, avendo minacciato e perseguitato la moglie, con cui era in fase di separazione, il suo nuovo compagno – vittima anche di un’aggressione fisica da parte del DI BENEDETTO, che gli avrebbe procurato anche lesioni, – nonché danneggiamento aggravato, in quanto, in un impeto di violenza, avrebbe distrutto a colpi di mazza l’autovettura del nuovo compagno della ex moglie, parcata sulla pubblica via, nonché per essersi reso responsabile del reato di porto in luogo pubblico di oggetti ad offendere, e tentata violazione del domicilio del nuovo compagno della moglie. 

I FATTI

In particolare, una mattina dello scorso marzo, gli agenti niscemesi, intervenivano in una via centrale della cittadina niscemese, dove una telefonata, giunta al Commissariato di P.S. della città della SS Madonna del Bosco, da fonte anonima, segnalava addirittura l’esplosione di colpi di arma da fuoco nei pressi di un’abitazione. I poliziotti niscemesi, giunti tempestivamente sul posto, individuavano due ragazzi che stazionavano vicino ad un’autovettura lì parcata, intenti ad osservare proprio l’abitazione corrispondente al numero civico oggetto dell’allarmante segnalazione. Gli agenti, non potendo escludere che i predetti giovani potessero essere coinvolti nei fatti segnalati, raggiungevano i due soggetti, notando che l’autovettura parcata vicino agli stessi era stata danneggiata in tutta la carrozzeria, tra cui il cofano anteriore ammaccato, il parabrezza anteriore ed alcuni finestrini, completamente frantumati. Inoltre, veniva notato altresì che il portone d’ingresso dell’abitazione lì ubicata, al civico segnalata, era stato danneggiato e che, adagiato per terra vicino ai due soggetti, c’era un bastone in legno della lunghezza di cm.90 circa,  comunemente usato come manico per picconi o mazze ferrate.

I due giovani venivano compiutamente controllati dai poliziotti, ed in particolare uno di loro proprio risultava essere il DI BENEDETTO Salvatore, odierno indagato ed un altro giovane, suo amico. Quasi immediatamente, il DI BENEDETTO Salvatore reclamava la paternità sul danneggiamento dell’autovettura, una jeep, e del portone d’ingresso dell’abitazione. Lo, stesso spontaneamente, dichiarava agli operatori che il motivo del suo gesto criminoso era dovuto al fatto che aveva sorpreso sua moglie, in compagnia proprio del proprietario del veicolo danneggiato, all’interno dell’abitazione della quale egli aveva danneggiato la porta d’ingresso, ove risiedeva l’uomo, che in quel momento si trovava con la moglie.

All’interno dell’abitazione, vi erano proprio l’ex moglie del DI BENEDETTO, nonché il proprietario dell’autovettura, lasciata in sosta in strada. I poliziotti, dopo aver ricondotto alla calma il DI BENEDETTO Salvatore ed essersi assicurati che nessuno fosse rimasto ferito, tentavano di ricostruire la surreale vicenda. 

Dalla ricostruzione degli accadimenti fatta dagli investigatori niscemesi emergeva che il Di Benedetto, non era nuovo a tali condotte violente, nei confronti della moglie, in corso di separazione, nonché del nuovo compagni. Emergeva infatti che il Di BENEDETTO, sposato da qualche mese, e già in fase di separazione con la moglie, si era reso protagonista di pedinamenti della donna, minacce di morte alla stessa, a motivo delle presunte infedeltà e comunque dell’imminente separazione. Inoltre, il DI BENEDETTO, di recente, aveva già aggredito fisicamente il nuovo compagno della moglie, ritenuto essere causa della separazione fra i coniugi, causandogli delle lesioni.

Il comportamento assillante e invasivo sulla vita della ex moli e del nuovo marito,, realizzato da DI BENEDETTO Salvatore, con la reiterazione insistente di condotte intrusive, quali appostamenti, pedinamenti fino, nei casi più gravi, alla realizzazione di condotte di reato, quali minacce, danneggiamento, violenza privata e altro, configuravano esatte responsabilità penali, a suo carico, in ordine alla commissione del reato di atti persecutori, stalking.

Alla luce di quanto emerso ed accertato a carico del DI BENEDETTO, si procedeva nei suoi confronti deferendolo all’Autorità Giudiziaria presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela, per i reati commessi.

A seguito delle risultanze investigative, sussistendo il concreto pericolo di reiterazione di condotte della stessa specie o di ancor più gravi ed irreparabili atti commessi contro la persona, il G.I.P. presso il Tribunale di Gela, dott.ssa Laura Vaccaro su richiesta della Procura della Repubblica di Gela – dott.ssa Lara Seccacini, che coordina le indagini –emetteva ordinanza che disponeva la misura cautelare cautelare degli arresti domiciliari a carico del giovane.

Pertanto, nel pomeriggio decorso, gli investigatori niscemesi, dopo aver rintracciato il giovane, eseguivano il provvedimento giudiziario, sottoponendolo alla misura degli arresti domiciliari presso la sua abitazione.

Il Di Benedetto è difeso di fiducia dall’avv.to Massimiliano Conti del Foro di Gela.

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