GELA – “Indici di criminalità elevatissimi”. Dalla procura della Repubblica arrivano dati che consentono di guardare allo specchio una città che ancora oggi risente dell’impatto di illeciti e del peso di chi si muove commettendo reati. I magistrati, coordinati dal procuratore capo Fernando Asaro, hanno predisposto dati e numeri nel bilancio di responsabilità sociale, appena approvato. C’è un forte incremento della percentuale di procedimenti, dai 5.304 del 2016-2017 ai 6.141 del 2020-2021. Nonostante le carenze di organico, il numero dei fascicoli definiti è superiore a quello dei fascicoli sopravvenuti. Nell’ultimo decennio, l’organico dei magistrati è stato a pieno regime solo per sei anni. Quello amministrativo, invece, non lo è mai stato. L’attività è costante e il pregresso continua ad essere definito, con medie sempre superiori. Dalla procura si sottolinea che l’aumento è netto e “allarmante” per le richieste di misure personali. Sono 171, comprese quelle reali, solo per il 2020-2021. Nel bilancio, pubblico e consultabile sul sito della procura, oltre ai rendimenti economici e finanziari lo spaccato criminale è ben definito. I pm richiamano la presenza di gruppi di giovani, spesso protagonisti di atti di violenza. “Trend preoccupante”, scrivono i pm. Le armi continuano a circolare, indice di “una spiccata pericolosità del contesto sociale”. “Un’allarmante” crescita di reati commessi da soggetti con disagio mentale sono invece sinonimo, secondo la procura, di una carenza dei servizi assistenziali. Sono molto diffusi i reati che toccano la sfera della pubblica amministrazione. I magistrati scrivono “dell’accertata presenza di sacche di illegalità negli enti pubblici, negli ambienti imprenditoriali o professionali”.
L’attenzione della procura è ancora molto forte sul fronte della tutela ambientale. Aumentano le iscrizioni di notizie di reato “dovute alla presenza della Raffineria” e “a una diffusa disattenzione negli anni passati degli organi preposti ai controlli degli impianti”. Il traffico di droga è assai diffuso e aumentano i reati per scontri tra gruppi familiari contrapposti. Sopra la media rimane il tasso di “vulnerabilità del territorio” all’azione della criminalità organizzata. Spesso il bisogno economico e le difficoltà sociali sono alla base di atti illeciti. I pm continuano a riscontrare “una diffusa omertà”.