Alla crisi socio-economica della provincia di Caltanissetta il Governo regionale risponde riempiendo il nostro territorio di discariche e monnezza. La scelta di conferire i rifiuti di mezza Sicilia nella discarica di Timpazzo, a Gela, evidenzia ancora una volta la mancanza di un progetto di sviluppo chiaro per un territorio che da anni aspetta l’avvio delle tante annunciate bonifiche e che è interessato da un Piano di risanamento ambientale mai pienamente attuato anche per responsabilità della Regione.
Piuttosto che pensare al potenziamento dei servizi sanitari, ridotti ai minimi termini, o a creare le condizioni per realizzare quelle infrastrutture necessarie a mettere in moto processi produttivi e di sviluppo, il Governo Musumeci continua a preferire le aree della provincia nissena quale luogo di deposito di rifiuti di ogni tipo. Appena pochi mesi fa due miniere dell’area del Vallone tra San Cataldo, Milena e Serradifalco, erano state individuate quali sedi di stoccaggio dell’amianto proveniente da diverse aree della Sicilia, insieme alla miniera di Pasquasia nella vicina Enna. Territori che avrebbero bisogno di interventi di bonifiche e messa in sicurezza e che invece, ancora una volta, continuano ad essere considerate da questo Governo, come da quelli precedenti, delle autentiche discariche e le popolazioni residenti costrette a subire le scelte di governanti incapaci di trovare soluzioni a questioni che si trascinano da decenni.
Chiediamo maggiore rispetto per le cittadine ed i cittadini di quest’area della Sicilia che hanno già pagato un duro prezzo al mancato sviluppo del territorio in termini di salute, qualità della vita, lavoro e servizi. La popolazione provinciale si è ridotta di quasi 20 mila unità negli ultimi 5 anni, soprattutto tra le fasce giovanili.
Dal Governo regionale ci saremmo aspettati impegni concreti di altro tenore in grado di offrire prospettive di sviluppo serie e durature: per l’area industriale di Gela, per la sanità, per la viabilità nel Vallone, per la qualità dei servizi a Caltanissetta, per contrastare il fenomeno delle emigrazioni dei giovani dalle aree interne, per la valorizzazione delle aree archeologiche e naturalistiche. Invece solo parole… e tanta monnezza.