Festival di Sanremo «sotto scorta» a causa dell`allarme terrorismo: Dopo i fatti di Parigi in tutta Europa è stata intensificata l`allerta contro possibili attacchi degli estremisti islamici e anche la nostra rassegna canora è entrata nella lista degli obiettivi sensibili. Il motivo? Intanto la vetrina internazionale che porta il Festival in giro per il mondo, ma anche la vicinanza geografica con la Francia. Da Sanremo al confine francese ci sono solo pochi chilometri, e possibili terroristi potrebbero passare da quelle parti o essendo in fuga dalle zone più controllate della Francia o per andare verso Oriente e unirsi ai combattenti siriani. Per questo motivo le forze dell`ordine italiane e la nostra «intelligence», in stretto contatto con la gendarmeria francese, stanno lavorando per ridurre al minimo i rischi. I controlli al confine con la Francia sono stati intensificati anche sul versante ligure e non solo su quello piemontese, dove ai valichi del Frejus sono stati fermati due sospetti, portati poi nelle carceri francesi in attesa di ulteriori sviluppi. Nelle questure liguri, come in quelle del resto d`Italia sono stati elevati i protocolli di sicurezza e nel ponente ligure, proprio per l`imminenza del Festival si sono ripetute in questi giorni diverse riunioni in Questura con il locale comitato per la sicurezza, in costante contatto con Roma. E la vicinanza con la frontiera sarebbe legata, secondo il Ros dei carabinieri di Genova, alla presenza di una sospetta cellula jihadista a Taggia,formata da tre albanesi che sono in Italia da alcune settimane e hanno preso contatti con i connazionali residenti nella cittadina rivierasca: il rischio è che vogliano fare proseliti. Altri stranieri presenti nella nostra regione sono sotto stretta osservazione da parte della polizia perché si sono mostrati simpatizzanti di estremisti. Intanto la Digos ha messo sotto osservazione la moschea più grande della Liguria, adAlbenga, dove potrebbero nascondersi elementi da tenere sotto controllo perché vicini al terrorismo islamico. Gli investigatori sono giunti la scorsa settimana ad Albenga per prendere contatti con i dirigenti della comunità straniere locali di fede musulmana. L`imam diAlbenga Abdejalil Elalami ha detto agli inquirenti che con i suoi connazionali si è parlato della strage del settimanale si sarebbero state di preoccupazione e di sgomento per le uccisioni. Nessuno avrebbe inneggiato al massacro e tutti si sono mostrati moderati e senza simpatie verso i terroristi, anche se naturalmente le vignette satiriche su Maometto non hanno certo fatto loro piacere. L`imam ha poi detto di voler collaborare con le forze dell` ordine italiane per poter avere più sicurezza anche sul territorio. La comunità musulmana del Ponente ligure che parla per bocca dei suoi rappresentanti continua a dichiararsi pacifica. Secondo l`imam in un luogo piccolo dove tutti si conoscono è molto difficile che possano infiltrarsi persone con obiettivi poco chiari: sarebbero subito identificate. Resta il fatto che, secondo la polizia, è probabile che elementi anche isolati vicini agli ambienti estremisti in Liguria possano passare. Per questo motivo i controlli sono capillari e si lavora di fino per cercare possibili sospetti segnalati anche da altri Paesi.
da IL GIORNALE DELLA LIGURIA del 21 gennaio 2015