Agrigento: distrutto grosso impianto per la differenziata. La mafia delle discariche private colpisce ancora?

Il devastante incendio che ha divorato ieri, nella zona industriale di Agrigento, una delle più grosse aziende siciliane che si occupa di riciclaggio di rifiuti differenziati, la  Progeo di Francesco Tramuta, rappresenta  un duro colpo ad un settore finora  pesantemente ostacolato.

A voler essere permalosi sembra fatto apposta!

Chi è stato?

Se l’incendio è doloso, si tratta evidentemente di mafia:  la mafia di chi vuole, a tutti i costi, che si continui a sotterrare i rifiuti indifferenziati dentro delle discariche private? 

Sembra infatti un incendio mirato, scoppiato proprio

incendio capannone agrigento 32ora che il presidente della Regione, Rosario Crocetta, con la sua ordinanza, la n. 5 del 7 giugno 2016, ha imposto, a partire dal mese di luglio, alle SRR,  le società pubbliche che si occupano di smaltimento dei rifiuti ed, ovviamente, a  tutti quanti i sindaci siciliani, di procedere  con la raccolta differenziata; pena il commissariamento di quei comuni che non si adeguano, con relativo pagamento di pesantissime sanzioni.

Finora, come è risaputo, in Sicilia si sono violate tutte quante le norme in materia ambientale ed amministrativa, a causa di una serie di illegittime autorizzazioni che hanno consentito, ormai da un ventennio a questa parte, la sopravvivenza di alcune mega-discariche private;  tre delle quali sequestrate dalla Magistratura ed una, proprio quella di Agrigento, di proprietà del vice presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, chiusa  dalla Regione la settimana scorsa, perché priva di impianto di biostabilizzazione.

In altri termini nella discarica di Siculiana-Montallegro, da qualche decennio e  fino a qualche settimana fa, sono stati sotterrati tutti quanti i rifiuti indifferenziati, senza alcun pretrattamento, in violazione di tutti quanti i codici ambientali.

Adesso che la mega discarica della famiglia Catanzaro è stata chiusa, perché  costruita e gestita in maniera del tutto irregolare, assistiamo all’incendio delle attrezzature  e dei macchinari di un’azienda che occupa una trentina di dipendenti che, adesso,  hanno perso irrimediabilmente il loro posto di lavoro e che, da sola, avrebbe potuto smaltire i rifiuti differenziati dell’intera provincia di Agrigento.

Scevri da qualsivoglia cultura del sospetto, confidiamo  nelle Forze dell’Ordine e nella Magistratura, per capire cosa è successo e cosa sta continuando a succedere con l’affairerifiuti in provincia di Agrigento.

Se non altro per capire perchè la Regione, seppure in presenza di numerosi impianti per la raccolta differenziata, come quello distrutto ieri, da un incendio la cui natura è ancora tutta da accertare, ha invece autorizzato con atti del tutto illegittimi, delle mega discariche private, della capienza di tre milioni di tonnellate di rifiuti, quali quella di Siculiana-Montallegro.

A confessare che si è preferito, in passato, privilegiare degli imprenditori privati che si limitavano solo a sotterrare, in maniera illegittima, tutti quanti i rifiuti indifferenziati, a discapito di impianti quali quello che è stato distrutto ieri ad Agrigento, è stato il  dirigente capo del Copro Forestale Siciliano, Gaetano Gullo, il 24 marzo 2015.

E’ stato proprio lui, davanti alla Commissione Parlamentare Nazionale  di Inchiesta che si occupa del ciclo dei rifiuti e dei reati ad esso correlati a parlare, del tutto esplicitamente, di palesi illegittimità amministrative che riguardano l’ultima mega bomba ecologica del vice presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro.

Ed è stato sempre proprio il Gullo il quale, nel luglio del 2014,  ha consentito l’apertura e gestione della mega discarica di Siculiana-Montallegro che non poteva essere realizzata in quel posto, in quanto nel 2009, sempre la Regione Sicilia, ai Catanzaro, aveva imposto di dotarsi di quel già citato impianto di biostabilizzazione mai realizzato.

Impianto che, guarda caso,  doveva sorgere laddove  invece è stata creata  quella che in gergo tecnico la chiamano vasca V 4, capace di raccogliere i rifiuti che si producono nell’intera Sicilia, per un anno e mezzo ed adesso momentaneamente (?) chiusa.

Contemporaneamente, a distanza di qualche settimana, dalla chiusura della illegittima discarica dei Catanzaro,  il più grosso impianto agrigentino per la raccolta differenziata  è stato distrutto da un terribile incendio.

Cosa stia succedendo, non sta a noi dimostrarlo.

Sta di fatto che appena si parla di raccolta differenziata, in provincia di Agrigento, succede il finimondo!

In un modo o nell’altro la differenziata non si può o non si deve fare.

Ne sa qualcosa anche il sottoscritto, allorquando, nel 2011,  nella qualità di  sindaco denunciai in Procura  delle lampanti illegalità che riguardavano la gestione dei rifiuti, oltre che dell’acqua.

Poi, pensate un po’, inaugurai   un centro per la raccolta differenziata che doveva essere messo al servizio anche di altri due comuni, Grotte e Castrofilippo.

Che mai l’avessi fatto!

Allora  non c’era il caldo di oggi e non scoppiò nessun incendio, ma riuscirono comunque a costringermi alle dimissioni da sindaco.

Ma questa è un’altra storia, di quando certi soggetti, davvero incredibili, recitavano la parte delle vittime della mafia, mentre approfittavano di un nugolo di politici e funzionari pubblici che consentivano loro di arricchirsi, violando qualsiasi legge amministrativa ed ambientale.

 

fontesiciliacronaca.it

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