Indagato Pino Maniaci, Direttore di Telejato, paladino della Tv antimafia. La replica dell’editore: “Mi faccio una risata”

PALERMO – Chiedeva, e avrebbe ottenuto, “contributi” e posti di lavoro in cambio di una linea morbida della sua televisione nei confronti di alcuni sindaci del Palermitano. Pino Maniaci, giornalista e direttore di Telejato di Partinico (Palermo), tv di frontiera antimafia, è sotto inchiesta, come racconta “Repubblica” oggi in edicola. La procura di Palermo ipotizza il reato di estorsione. Un’accusa gravissima per un personaggio che, da anni, dalla sua tv conduce battaglie contro mafia e malaffare. L’ultima, quella contro la gestione dei beni confiscati in cui sono coinvolti l’ex presidente delle misure di prevenzione del Tribunale di Palermo Silvana Saguto (sospesa dalle funzioni e dallo stipendio dal Csm), altri tre magistrati e l’amministratore giudiziario, Gaetano Cappellano Seminara, tutti indagati per vari reati e costretti alle dimissioni. “La vendetta della Procura è arrivata. Non mi è arrivato alcun avviso di garanzia e sono certo che tutto ciò non porterà ad alcun rinvio a giudizio. Ma intanto mi hanno infangato”, replica il direttore di Telejato a “Palermo Today”.

Maniaci è stato più volte ascoltato e intercettato dai carabinieri nell’ambito di altre indagini: avrebbe ottenuto favori in cambio di una “linea morbida” della sua emittente nei confronti dei due amministratori comunali, i sindaci di Partinico e Borgetto. Dalle conversazioni intercettate sarebbero emersi altri elementi a carico di Maniaci che avrebbe ottenuto dal sindaco di Partinico e da quello di Borgetto, Gioacchino De Luca, finanziamenti sotto forma di pubblicità per la sua emittente televisiva. I due sindaci, interrogati da carabinieri e magistrati, avrebbero fatto delle ammissioni. Altri dettagli : Pino Maniaci avrebbe ottenuto dal Comune di Partinico l’assunzione della sua compagna, tramite un contratto a tempo determinato per alcuni mesi. E poi, scaduto il contratto, avrebbe incassato altri compensi che sarebbero stati pagati personalmente dal sindaco di Partinico, Lo Biundo.

Gli inquirenti avrebbero espresso anche qualche dubbio in relazione ad uno degli ultimi atti intimidatori che Pino Maniaci avrebbe subito nel dicembre del 2014 quando due suoi cani furono avvelenati ed impiccati. Per gli investigatori non si tratterebbe di una intimidazione mafiosa, ma sarebbe legata ad una vicenda privata.

Telejato, è una emittente televisiva locale di Partinico, nella valle dello Jato, in provincia di Palermo, fondata nel 1989, e alla ribalta della cronaca, non solo siciliana, per le sue campagne contro la mafia e il malaffare.

 

Immediata la replica del direttore di Telejato. “La procura di Palermo ipotizza il reato di estorsione nei miei confronti? Mi faccio una risata”.

Abbiamo letto su La Repubblica di oggi dell’indagine nei confronti di Pino Maniaci circa suoi presunti comportamenti estorsivi e cioè richieste di denaro e posti di lavoro in cambio di una linea morbida della sua televisione.

Riteniamo che tali fatti siano del tutto falsi e destituiti di alcun fondamento e ciò proprio in relazione alla storia e al comportamento di Pino Maniaci nei confronti di questi ed altri episodi e in particolare proprio in riferimento alle presunte vittime dei fatti contestati i due Sindaci, di Partinico e di Borgetto, che tra l’altro sono stati e sono tuttora oggetto di numerosi servizi giornalistici da parte di Telejato.

La gravità di una tale accusa proprio perché è rivolta ad un personaggio come Maniaci ci addolora ma non ci stupisce! Invero basta ripercorrere ciò che è successo lo scorso anno quando è scoppiato il caso SAGUTO misure di prevenzione per capire anche alla luce delle intercettazioni, che inizialmente non eravamo riusciti a comprendere fino in fondo, come i poteri forti, quando colpiti, reagiscono in tutti i modi possibili.

Infatti, appariva poco comprensibile come mai l’Avv. Cappellano Seminara avesse inspiegabilmente querelato Pino Manicai per stalking e non invece eventualmente per il possibile reato di diffamazione.

Oggi appare chiaro il disegno sotteso a tale strategia, atteso che, come riportato dall’articolo diRepubblica, le cosiddette conversazioni ascoltate “per caso” in realtà possano fare parte di un vero e proprio disegno strategico ordito al fine di colpire colui che ha messo a nudo un certo esercizio del potere da parte di alcuni organi dello stato.

Riteniamo che debba essere fatta chiarezza e debbano essere svolte tutte le indagini al fine di accertare il vero accadimento dei fatti, riponendo la massima fiducia negli organi inquirenti, ma non senza manifestare una certa inquietudine nel sapere che tra i magistrati implicati nell’affaire misure di prevenzione vi fossero anche magistrati che avevano ricoperto cariche all’interno del CSM e che probabilmente appartenessero anche alla stessa corrente della Dott.ssa Saguto.

Noi ci auguriamo che al più presto le conversazioni richiamate sommariamente dall’articolo vengano pubblicate interamente atteso che nulla dalle stesse abbiamo da temere e che a Pino sia data la possibilità di essere sentito nel più breve tempo possibile dagli organi inquirenti visto che prima di tale articolo giornalistico nulla ci era stato comunicato.

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